Dicembre, dolce dormire. No? Avrebbe molto senso, tutte quelle D 🙂 Io sono arrivata al punto dell’anno in cui vorrei stare sotto il piumone tutto il giorno in un mix di: dormo, lavoro, faccio a maglia, lavoro, guardo Netflix, lavoro, sonnecchio, faccio merenda.
Lo confesso, mi alzo, mi lavo e mi vesto solo perché devo mantenere una parvenza di dignità con il resto del mondo, ma i prossimi 30 giorni vorrei proprio passarli così. Anzi 20 e qualcosa perché quest’anno sono molto risoluta: dal 23 dicembre al 09 gennaio non si lavora. Vedremo se riuscirò a mantenere questa promessa. Di solito dopo 5 giorni di vacanza scalpito e mi scaravento sul computer a rispondere mail e scrivere codice come una forsennata. Tipo crisi d’astinenza. Immaginatemi pure così:
Per evitare di cedere al mio workaholism mi ritirerò in montagna per tutto il periodo: ahimè il 4G prende benissimo, ma siccome gli operatori italiani continuano a non capire che dei 9000 sms non ce ne importa nulla e vorremmo 90GB per navigare, non potrò esagerare. Quindi grazie operatori di telefonia mobile italiani, almeno questa volta mi tornate utili.
Casa + bottega, per freelance e dipendenti
Questa storia della mancanza di piani di navigazione seri in Italia dimostra come non abbiamo ancora interiorizzato tutta la questione della location independence, del lavoro dove mi pare.
Nell’ultimo anno ho avuto modo di confrontarmi molto con persone che lavorano da casa, come facciamo tutte noi cpiubine, casa+bottega, o dipendenti e proprietari di aziende che hanno deciso che il remote working era la soluzione giusta.
Io ci ho provato moltissimo a mettere su un team distribuito tra il 2015 e il 2016 e poi ci ho rinunciato perché, a meno che non si lavori solo con freelance che sono abituati a questa modalità, le aziende italiane, piccole o grandi che siano, non hanno ancora capito che il remote working è già qui e ha innumerevoli vantaggi.
Cito i 3 più evidenti:
- taglio dei costi, duh! Uffici, abbonamento mezzi e ticket pranzo per i dipendenti, auto aziendale? Tutti eliminati. Sì, magari devi dotarli di computer e dare contributo per cellulare e internet, ma avete presente quanto costa l’affitto di un ufficio per 50-60 persone?
- assumi solo i migliori. Qualche tempo fa Il Post ha annunciato che cercava due figure WordPress per la sua redazione. Sede di lavoro: Milano. Ho avuto un brevissimo scambio sulla bacheca di un amico comune con il direttore Luca Sofri che mi ha detto, parafrasando, che “certe cose si devono portare avanti di persona”. Caro Luca, ti spiace se ti do del tu? permettimi di presentarti:
- Automattic, proprietaria di WordPress.com e un tot di altri progetti. Ha circa 500 dipendenti, sparsi in più di 60 paesi. Ha un ufficio di rappresentanza a San Francisco, probabilmente solo perché qualche venture capitalist ha detto che si doveva avere una sede lì. Potete leggere la loro storia nel libro “A year without pants”, di qualche anno fa.
- Human Made, 30+ dipendenti, sede legale in Inghilterra, probabilmente a casa del founder, gente sparsa in almeno 4 continenti.
- Crowd Favorite, 50+ dipendenti, tutti che lavorano in giro, qualche ufficio di rappresentanza, il CEO lavora dai bar dove capita, fatturato decisamente più alto del Post.
Se queste aziende si fossero limitate a assumere persone che abitano in un raggio di 100 km dall’ufficio del founder penso che non sarebbero dove sono ora. E proprio una delle dipendenti di Human Made, alla mia domanda “Why a remote agency?”, mi ha risposto senza battere ciglio “Because we want to hire the best, doesn’t matter where they live”. Chapeau a loro e una pernacchia molto rumorosa a Sofri e a tutti gli imprenditori italiani che continuano a pensare che uno che abita a 5 km dall’ufficio sia meglio solo perché è geograficamente disponibile. Vi ho messo i link direttamente alle rispettive pagine di recruiting, you are welcome.
- produttività: lavorare per obiettivi e non per timbrare il cartellino. Rispettare i ritmi “naturali”: c’è chi è produttivo dalle 5 di mattina alle 11, c’è chi lavora di notte. A parte rendersi disponibili per delle riunioni (brevi, mi raccomando) per fare il punto della situazione, ognuno lavora quando, dove e come gli pare. L’importante è rispettare le scadenze. E invece noi, anche noi freelance, portiamo avanti il modello che abbiamo visto troppe volte in azienda: riunioni interminabili nelle quali si parla, parla, parla e non si conclude mai un granché, catene interminabili di email con mille cose scritte dentro, ecc…
La redazione di C+B è già nata distribuita e negli ultimi mesi abbiamo ristrutturato anche il modo di comunicare tra di noi, aprendo un canale Slack che non è ancora molto attivo, ma è decisamente comodo per tutti per aggiornarsi sulle uscite, confrontarsi sui dubbi, ecc… Prossimo passo riunioni “stand-up” una volta al mese.
Sono testarda, sono un diesel quindi sono un po’ lenta a far partire le cose, ma quando mi ci metto non mi ferma nessuno: prevedo di parlare ancora del tema del remote working perché se è vero che questa è la casa delle imprenditrici creative italiane è anche il posto sul quale ci siamo sempre confrontate sul lavoro da casa, che potrebbe anche essere da dipendenti. E poi penso che potrebbe essere utile per chi di noi inizia a crescere e vuole assumere persone senza sentire il bisogno di averle nella scrivania di fianco alla propria. Magari chiedo a una di queste persone di raccontarci come si fa in pratica, cosa ne dite? Fatemi sapere se è un argomento che vi interessa!
Di cosa voglio vantarmi questo mese
A novembre è uscito il mio terzo e-book per Zandegù, “L’ABC del sito del freelance“: parla di tutte le domande che ci si deve fare prima di creare un sito. Il sito vero e proprio dovrebbe essere una risposta, quindi arriva molto dopo. A dicembre ne voglio vendere 50 copie, ce la farò? Sono un bel numero per un e-book, ma spero di venire qui a gennaio a vantarmene!
E voi di cosa vi volete vantare? Io sono sempre disponibile a fare festa con voi ?
Ho scoperto da poco C+B e mi sono subito sentita… a casa! Sottoscrivo ogni parola di questo post, sono anni che cerco di far capire alle aziende italiane che si può lavorare anche da casa, con notevoli benefici. Purtroppo ho già perso un lavoro dopo tre anni, di cui uno e mezzo in sede e mezzo da remoto, nonostante da remoto, oltre ad aver portato un notevole risparmi economico all’azienda, io abbia prodotto molto più del doppio di quanto producevo in ufficio. Per questo sto intraprendendo la carriera freelance, che credo sarà l’unica soluzione per conciliare casa e lavoro in Italia ancora per un bel po’.
In bocca al lupo Federica! Vieni poi qui a vantarti 🙂