Prima di cominciare a scrivere, fermati a pensare. Conosci davvero il modo di esprimersi del tuo pubblico? Hai mai considerato di prendere qualche appunto su come si spiega, come parla, quali parole usa nel suo privato e mentre è al lavoro? Sai scrivere per farti capire?
Se le persone con cui ti stai confrontando vengono da un settore specifico, allora avrà senso usare le parole e il linguaggio più appropriato per quel settore. Se, al contrario le persone con cui ti confronti non sono abituate ad una terminologia tecnica non vale la pena stordirle con paroloni e tecnicismi. Non farai bella figura, anzi. Il risultato sarebbe un’incomprensione di fondo e un prodotto editoriale di nicchia. Ma è la tua nicchia? O quella di altri?
Usare parole prive di senso comune confonde. Sposta la comunicazione su un piano particolare, che devi essere sicura sia il piano giusto, proprio come quando sali in ascensore. Vediamo come scrivere per farsi capire.
Il tuo cliente somiglia a come scrivi?
Nel dubbio usare parole semplici, comuni, facili, con un bel suono, parole che hanno lo stesso significato per tutti noi, che non siano ambigue, è sempre la strategia vincente.
Fidati, è davvero molto importante guardare i tuoi contenuti col punto di vista del tuo pubblico. Si assomigliano? Si capiscono?Perché se così non fosse si creerebbe un corto circuito di fraintendimenti, da cui poi è difficile uscire.
A.A.A. cercasi attenzione
Forse te ne sarai già accorta, o forse no, ma in giro non c’è un livello di alfabetizzazione così alto. Questo significa che leggere, scrivere e comprendere non sono tre azioni così immediate come ci illudiamo che siano.
Ci vuole allenamento. E anche un po’ di studio. Ma non basta. Per esempio anche a me capita talvolta di non usare al 100% le mie capacità di alfabetizzazione.
Magari sono occupata.
Magari sono distratta.
Magari sono solo stanca.
Quando succede mi fermo alle apparenze delle cose. E spesso faccio cilecca. Non capisco. Non capisco fino in fondo.
Scrivi difficile? Addio. Mi hai persa proprio.
Semplificare senza appiattire
Quindi il mio consiglio, quando non riesci a fare a meno di usare parole complesse, è cerca di spacchettarle. Non lasciarle sole. Spacchettale in una frase in cui ne spieghi il significato. O anche contestualizzale. Proprio come succede sul vocabolario.
C’è la parola, il suo significato spiegato facile, e una frase d’esempio. Così renderai quella parola più facile da leggere (da digerire) e più facile da vedere (da ingoiare). Perché sul web anche la vista è importante.
Hai tante cose da scrivere? Prima di dilungarti nella teoria, spiega e semplifica la pratica. Alleggerisci le tue spiegazioni con dei sinonimi e con un racconto per immagini in cui tutti possono perdersi. Per farlo ti serve avere dei riferimenti in comune, le atmosfere di cui scrivi devono essere convincenti per te e per chi ti legge.
Le parole base
Prima di scrivere devi assicurarti di avere ben chiaro in testa il tuo audience. Chi è, cosa desidera, qual è il suo problema, come lo risolverai. Devi convincerlo, non confonderlo. Devi prenderti cura di lui anche andando a cercare le parole giuste. Dove per parole giuste intendo quelle del vostro bellissimo vocabolario comune.
Un testo è chiaro solo se, chi legge, capisce tutte le parole. Quali sono però le parole più facili da usare, quelle alla portata di tutti? Quelle che condividi con il tuo pubblico?
Ci viene in aiuto un testo di Tullio De Mauro, che ha pubblicato un manualetto dal titolo Guida all’uso delle parole. Qui si dice, riassunto mio, che la parola è sopravvalutata mentre i sorrisi no, che la comunicazione i toni, i segni, gli atteggiamenti, i gesti sono la base del nostro modo di interagire; “non inciampiamo mai nei segni” scrive “ma nelle loro realizzazioni”. Chi scrive non ha un controllo diretto però sulle espressioni del volto di chi ascolta per questo deve impegnarsi ancora di più a farsi capire, senza fraintendimenti.
Ecco che allora, la parte del suo libro che, no, non è in vendita, ma che si trova facile su Google, dedicata alle 6690 parole del suo vocabolario di base, può farti comodo. È un vocabolario costruito a partire dalle parole italiane più usate, e quindi più comprensibili, da usare per avere ottime possibilità di essere capita. Anche dal cliente più distratto. Il vocabolario di base lo trovi gugolando, perché il tuo testo non risulti piatto e moscio ci devi mettere del tuo: su Google non c’è ancora la formula magica.