Percentuale o compenso? I costi nascosti

Se il tuo business creativo si occupa di fornire una consulenza è probabile che tu ti sia interrogata se farti pagare a percentuale o a compenso.

Percentuale o compenso?

Tecnicamente la differenza è presto detta. Facciamo l’esempio di Erica (nome di fantasia), consulente di comunicazione.

Erica potrebbe decidere di essere pagata il 20% dell’intero budget che la sua cliente vuole destinare alla campagna di comunicazione. Se il budget fosse 2.500 euro, Erica riceverebbe 500 euro per la propria consulenza (cosa comunicare, come farlo, a quali fornitori di stampa rivolgersi, ecc.).

Viceversa Erica potrebbe ritenere di richiedere un compenso definito in anticipo, da lei calcolato sulla base dell’impegno che (per esperienza) intuisce l’incarico le costerà. Potrebbe decidere che tra ore di lavoro, telefonate, creatività, il suo lavoro per quel progetto vale 1.000 euro.

Architetti, consulenti di comunicazione, wedding planner… sono tantissime le creative che lavorano a percentuale, e se da un lato l’approccio può essere interessante, da un punto di vista finanziario e psicologico ha potenziali effetti negativi da valutare per bene. Vediamo insieme come evitarli.

Trasparenza

Nel momento in cui accetti un incarico, qualsiasi sia il metodo di fatturazione, tu hai ben chiaro in mente quale ritieni sia il compenso equo per quel lavoro. O dovresti!

Se è 1.500 euro e lavori al 10% è evidente che la tua cliente dovrà spendere complessivamente 15.000 euro perché tu possa fatturare ciò che ti spetta. Ma se lei arrivasse a 10.000 euro e decidesse che preferisce risparmiare gli ultimi 5.000? Sarebbe assolutamente legittimo e non certo una cattiveria, dato che la tua cliente non sa che tu hai lavorato per più di 1.000 euro.

Quando si fattura a percentuale è vitale che la tua cliente abbia ben chiaro qual è il tuo obiettivo minimo per poter compensare il tuo lavoro. Altrimenti la relazione potrebbe deteriorarsi rapidamente da entrambe le parti.

Obiettivi realistici

Sai meglio di me che un progetto creativo non sempre ha una deadline definita. Certo, la tua cliente vorrebbe entrare a casa propria per settembre 2015, ma all’ultimo momento potrebbe ricevere un’offerta di lavoro che la porta 6 mesi all’estero e rimandare l’ingresso in casa, prolungando la durata del tuo periodo di lavoro. Con un contratto a percentuale sarebbero mesi di lavoro in più (o da rifare) al suo rientro, scoperti da compenso.

Una soluzione potrebbe essere quella di vincolare da contratto il tuo obiettivo minimo a una scadenza, con la clausola che uno slittamento richiederebbe un pagamento definito ulteriore, o una quota mensile per ogni mese di ritardo.

Libertà creativa

Se il tuo obiettivo di fatturazione è legato al budget complessivo della tua cliente, potresti ritrovarti intrappolata in un tira e molla pericoloso tra “non posso creare nulla di interessante perché devo tenere in equilibrio i costi dei prodotti con la mia consulenza” e “devo convincerla ad acquistare qualcosa di più costoso per aumentare il budget”. Nessuna di queste due preoccupazioni è salutare per un processo creativo, sul quale poi deve comunque intervenire la scelta finale della cliente.

Se invece tu avessi già la tranquillità di equo compenso pattuito da contratto, saresti libera di dedicarti a un processo creativo in funzione di un chiaro budget della cliente.

Nell’inseguire una fetta più grossa della torta, il metodo della percentuale rischia spesso di dirottare tanto del tuo tempo e delle tue energie su un obiettivo ben lontano da quello creativo, procurandoti ansia e preoccupazioni che rendono la tua vita peggiore, in fin dei conti.

Se anche tu offri una consulenza creativa, valuta bene se non sia il caso di cominciare a farti pagare a compenso fisso. Questo metodo ti offre forse qualche margine di guadagno inferiore (se il budget della tua cliente dovesse lievitare tu non ne avresti alcun beneficio) ma ti permette fin da subito di liberarti da una serie di tensioni e perdite di tempo per concentrarti sul lavoro.

E non è quello che hai sempre voluto?!

Barbara Pederzini

Sono una consulente creativa e lavoro soprattutto con marchi e negozi indipendenti del settore lifestyle. Sono anche un'organizzatrice seriale allergica alle convenzioni, e metto queste caratteristiche al servizio delle donne, per aiutarle a disegnarsi una vita su misura.

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