A tavola con lo staff. Trasformare la cucina in sala riunioni

Più che regina del focolare, freelance del focolare!

Tra un mestolo e una caffettiera sul fuoco, molte di noi lavorano direttamente sul tavolo della cucina, sbaraccando pc e agende a ore pasti e pulendo il piano da briciole di pane e residui di gomma.
Ma sappiate, equilibriste del kitchen-office, che c’è chi sa fare di più. Impavide portatrici sane di partita Iva con staff, ma impossibilitate ad avere un ufficio come dio comanda, si sono inventate lo step successivo: la kitchen-meeting-room.
Niente sedie in pelle umana e nessuna traccia di acquari pieni di dipendenti. Perché parliamo di micro-ditte a conduzione pane+salame che non necessitano del mega direttore galattico.
Quindi, come preparare adeguatamente la tavola per ricevere il nostro staff e come aprire casa propria a folte schiere di clienti, stagisti e collaboratori di vario genere? Insomma, come trasformare la nostra casetta in una specie di comune anni ’70 senza che marito e figli abbiano niente da ridire e come farlo in 3 facili mosse?

Meeting in cucina
Foto di Marianna Martino

Da nido a frat-house

Sì, basta pensare a 2 cuori e una capanna! Finché non traslocherete in un mega ufficio 6 vani, box auto e 2 bagni in centro, smettete di vedere casa vostra come il rifugio in cui nascondersi dai mali del mondo per rannicchiarsi sotto il plaid di pile di Ikea a guardare The good wife. Sì c’è anche quello ma se avete staff dovete essere open-minded e ospitali. Un porto di mare di gente che arriva con pc, tablet e appunti, vi chiede acqua, succhi, butta gli zaini sul vostro bel divano, riga le pareti pittate a fresco con il casco, finisce col mangiare da voi perché si è fatto tardi. Se non avete figli, è un buon allenamento per quando avrete amichetti in visita. A ogni modo, mi casa es tu casa.

Di tovaglie di plastica, lavagne e caffettiere

Le riunioni di staff, quelle per decidere le cose importanti per la vostra ditta, possono durare ore, richiedere grandi quantità di appunti, brain-storming, schemini, disegnini ecc. Tanto vale evitare di rovinare il tavolo stile rustico mettendo una tovaglia di plastica. Ormai ne fanno di bellissime: consentono di scrivere con agio, risparmiano il piano in vetro dal calore del laptop ed evitano rigacce di ogni genere.
Se dovete fissare la content strategy del vostro sito per i prossimi 6 mesi, può tornare utile una lavagna di quelle old-style. Utili per le riunioni, ottime negli altri giorni per segnare che in dispensa mancano uova, latte e biscotti.
I collaboratori, dopo lunghi meeting, vanno rifocillati: tenete sempre sul fuoco la moka, non crucciatevi se vi tocca lavare le tazzine davanti al vostro stagista (non diminuisce la vostra autorità, ve lo garantisco) e comprate chili di caramelle da sfoderare alla bisogna. Ah, non cedete alla tentazione di usare bicchieri di carta per tutti. Inquinano e a lavare 3 tazzine non ci si mette niente.
E ricordate: bloc-notes e biro come se piovesse.

Ordine e pulizia

Ça va sans dire, queste due regole sono una buona norma in qualunque caso, ma se “avete gente” (siano essi collaboratori o clienti) vale ancora di più. Casa vostra diventa un biglietto da visita esattamente come il sito e come il vostro lavoro.
Tenete perciò gli ambienti puliti, non scordate un asciugamano fresco di bucato per le mani in bagno, sistemate la cucina per quello che riuscite e fate un uso smodato di scatole di latta, di cartone e di plastica per nascondere in un solo gesto tutto il disordine.
Evitate di: lasciare lo stendino con i vostri tanga in vista, le ciabatte davanti all’ingresso, 30 bottiglie di birra sul tavolo che provino che sì avete un problema con l’alcol ma questo non vi impedisce di essere una fantastica social media manager!
Non annientate però la vostra personalità: se adorate gli angioletti di Thun potete tenerli in bella vista (anche se io non vi capirò mai) ma manifesti religiosi e politici di qualunque genere e, in generale, ogni cosa pensate possa urtare la sensibilità altrui vanno riposti in un cassetto. Come si dice in Piemonte: non tutti i gusti sono alla menta!

Bene, ora avete tutti gli strumenti per trasformare la vostra cucina in una sala riunioni coi fiocchi. Vedrete: nonostante la location informale, tutti capiranno che siete il boss!

Anche tu hai una cucina che è una sala riunioni? Raccontacelo con una foto, inviandocela su Facebook o taggando #hounpiano #cpiub su Instagram. Ogni venerdì la nostra pagina Facebook ospita una seleção delle foto raccolte in settimana!

Marianna Martino

Classe ’83, agitata, battutara, dipendente dalla michetta, sono oppure sono stata editore, editor, correttore bozze, copywriter e webcontent. Ho lavorato qua e là, collaborato a molti progetti, viaggiato assai e scritto una guida su Torino. Guardo i film in lingua originale, ascolto i Sigur Ros e non mi nego mai un bicchiere di buon vino.

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