Si avvicina l’estate, le agognate vacanze arrivano (forse) anche per chi deve concordare i giorni di ferie con la propria coscienza, è tempo di grigliate, di abbandonare per un po’ l’isolamento dell’imprenditrice e aprirsi agli altri, alle chiacchierate sulla spiaggia con i bimbi da intrattenere…
Per questo oggi voglio regalarti una (semplice) tecnica di scrittura creativa di gruppo a sua volta donata a me dallo scrittore Beniamino Sidoti, che è anche autore di bellissimi interventi sul senso di continuare a produrre e a fruire di opere letterarie oggi, in un mondo caotico e apparentemente poco interessato (consiglio di lettura motivazionale per scrittori e letterati frustrati). Spero non se ne abbia a male se la condivido, è uno straordinario strumento per fare poesia con poco, divertirsi quando qualcuno gioca sporco e non vuole affatto scrivere cose poetiche, trovare l’ispirazione, fare conoscenza con le persone. Persino per aprire le riunioni delle Reti al Femminile che sono ormai nate in tutta Italia, rompendo il ghiaccio con delicatezza e fantasia.
E soprattutto per ricordarsi che la creatività è un modo di pensare, fatto di piccole cose quotidiane!
Una piccola necessaria parentesi: che cos’è un haiku?
Si tratta di un tipo di poesia tradizionale che proviene dal Giappone ed è praticata da secoli. La sua particolare bellezza risiede nel fatto che in soli tre versi brevissimi (in lingua originale si tratta di cinque, sette e infine cinque sillabe) i poeti riescono a mescolare l’osservazione della natura con temi esistenziali, come lo scorrere del tempo, la nostalgia di qualcosa che non c’è più, la paura della morte.

Le regole del gioco
Bastano un piccolo foglio di carta a testa e qualcosa con cui scrivere.
Il primo verso che ciascuno in segreto scrive deve riferirsi a un tempo: un momento della giornata, una stagione, la neve che scende o il solleone che fa squagliare il gelato tra le mani. Non ha importanza il tono serio o faceto, ho letto delle composizioni spassosissime che iniziavano con “Quando la Juve ha vinto lo scudetto” (e meno poetico di così…).
Quando tutti hanno composto, si piega il foglio coprendo il primo verso e si passa ad un compagno (in senso antiorario, per esempio. L’importante è mantenere sempre la stessa direzione).
Il secondo verso deve riguardare qualcosa di sensoriale: un profumo, un suono, il boato dello stadio al goal di Balotelli se proprio non ti stai perdendo una partita dei mondiali e hai la fissa del calcio.
Poi di nuovo si copre e si passa il foglio nello stesso senso.
Il terzo ed ultimo verso deve contenere un piccolo evento, come la rana che salta del maestro Matsuo Basho, qualcosa che ci sembra significativo, evocativo oppure divertente.
Leggere ad alta voce i risultati produce sempre effetti inaspettati!
Allora, sono uscite poesie strambe o suggestive?
Torna a raccontarci come è andata e a condividere l’haiku che più ha colpito la tua fantasia…