La Manovra Correttiva del 2017 e la Legge di Bilancio per il 2018 hanno portato tantissime novità sul tema dell’Iva. Di queste modifiche si è parlato molto e anche in modo confuso, perché alcune delle proposte più discusse non si sono concretizzate. Cerchiamo di capire insieme cosa è cambiato, cosa non lo è, e quali altre novità sono in arrivo in un futuro molto prossimo.
Le aliquote Iva
Confermate per il 2018 le aliquote in vigore nell’anno precedente, ovvero il 22% (aliquota ordinaria), il 10% (agevolata), il 4% e il 5%. La previsione era di incrementarne alcune già dal 2018 ma questo progetto, molto temuto, è per il momento rinviato.
Abolizione delle Schede Carburante
Dal 1° luglio 2018 nessuno compilerà più le Schede Carburante. La deduzione del costo, e la detrazione dell’Iva, saranno concesse solo a chi:
- contabilizzerà le fatture elettroniche
- pagherà i rifornimenti con carte di credito e debito (bancomat) la cui intestazione dovrà corrispondere al titolare della partita iva che scaricherà il costo
Questa novità deriva dalla necessità di eliminare i comportamenti di chi negli anni ha abusato di questo strumento e anticipa quella che, sei mesi dopo, sarà la capillare diffusione della fatturazione elettronica.
Le tempistiche per la detrazione dell’Iva sugli acquisti
In questo caso si tratta di una modifica reale e importante, che va a stravolgere una regola stabile da molti anni.
L’art. 25 del DPR 633/1972 disciplinava che l’Iva relativa alle fatture di acquisto potesse essere detratta per due anni successivi rispetto a quello nel quale sorgeva il diritto alla detrazione. Nella pratica, al di là di ulteriori considerazioni da farsi sul costo dell’acquisto, per quanto riguardava l’Iva non c’era “urgenza” di registrare le fatture, e il contribuente le consegnava man mano al commercialista per la registrazione contabile, talvolta trattenendole presso di sé per esempio per verificarle o per ricordarsi di pagarle. Ma le fatture di acquisto potevano essere registrate non tempestivamente anche per una serie di valide e ulteriori ragioni: una mail smarrita o cancellata, la fattura stampata ma persa tra i documenti e con calma ritrovata, la necessità di farvi inserire delle correzioni.
Oggi tutto è cambiato. L’Iva sulla fattura di acquisto può essere detratta, dice il rinnovato art. 25, al più tardi con la dichiarazione relativa all’anno in cui il diritto è sorto, per cui ora bisognerà stare enormemente attenti a:
- ottenere le fatture nel momento in cui si acquista
- annotare la data in cui le stesse sono materialmente ricevute, perché sono cambiate anche le tempistiche di registrazione. Mentre prima, per fare un esempio, una fattura di dicembre confluiva ove possibile nella liquidazione relativa a quel mese, la stessa fattura datata dicembre ma consegnata in gennaio, magari tramite PEC, confluirà ora nella liquidazione iva di gennaio.
Probabilmente queste regole subiranno degli aggiustamenti nel corso dell’anno diretti a una maggiore praticità, ma al momento le disposizioni sono queste.
Cos’è una Li.Pe.? E cosa è cambiato per colpa sua?
È finita la possibilità di rinviare a tempi migliori il pagamento dell’Iva perchè ora le tempistiche delle verifiche sono strettissime. Dal 2017 è entrata in vigore la Comunicazione delle Liquidazioni Periodiche Iva (cosiddette Li.Pe.): ogni trimestre i contribuenti devono comunicare tramite una piccola “dichiarazione” gli esiti della Liquidazione Iva periodica, mensile o trimestrale che sia.
Entrato in vigore un po’ in sordina, questo adempimento ha stravolto un’usanza non ottimale ma comunque molto diffusa. Nel momento di difficoltà finanziaria, il contribuente “rinviava” il pagamento dell’Iva ravvedendo poi, con calma, entro la dichiarazione annuale. Ora questo non potrà più avvenire senza costi.
Cosa è cambiato? Dopo la prima trasmissione di questo adempimento trimestrale l’Agenzia delle Entrate scrisse delle lettere (compliance) in cui molto garbatamente segnalava al contribuente che a fronte di una liquidazione a debito non risultava il pagamento e lo “invitava” a controllare. Ma già dopo il secondo invio trimestrale l’Agenzia ha cambiato i toni e ha inviato delle Comunicazioni nelle quali chiedeva, con sanzione ridotta, i pagamenti non avvenuti.
Gli scenari di domani
Tutte le nuove regole rientrano in un progetto di più ampio respiro da parte dell’Agenzia delle Entrate che, con molto ottimismo, vorrebbe già dal 2019 la fatturazione elettronica per tutti – attenzione, non il semplice invio in formato pdf delle fatture, ma un vero e proprio meccanismo alternativo e certificato – e la Dichiarazione Iva precompilata.
Il progetto è senza precedenti: favorirebbe enormemente l’emersione di evasione ed elusione e permetterebbe una semplificazione dei controlli, anzi un loro automatismo. Strumenti inadeguati e insufficienti come lo Spesometro (che ci ha costretti a trasmettere i dati di tutti gli acquisti e di tutte le vendite, ove il controllo incrociato tra fornitore e cliente avrebbe dovuto far emergere anomalie e comportamenti elusivi) saranno bypassati dalla trasmissione elettronica di tutte le fatture, le quali poi confluirebbero in automatico nella Dichiarazione Iva precompilata, e, finalmente, si invertirebbero i ruoli nei rapporti fisco-contribuenti, non più il primo che controlla i secondi ma viceversa. Sarà difficile da realizzare, ma questo progetto, superate le difficoltà attuative, servirà anche a tutelarci di più.