Che le chiamino bufale, fake news, notizie false, oggi le troviamo dappertutto. Sono notizie molto verosimili confezionate ad arte con vari scopi: inculcare false idee nella gente, orientare comportamenti, suscitare emozioni o più banalmente attirare clic di lettori incuriositi che andranno sul nostro sito e ci faranno guadagnare con la pubblicità.
Le bufale non ci sono solo in campo scientifico o politico, sono molto subdole e sono presenti un po’ in tutti i settori. In questo articolo ti spiego come evitare una figuraccia e non postare notizie fasulle sui tuoi canali social.
Ahi la notizia (falsa)!
Capita a tutti, scorriamo velocemente le news dal nostro smartphone, siamo attirati da una notizia particolare, la condividiamo sui nostri social, senza pensarci troppo. Le notizie in questo modo diventano virali. Ma siamo sicuri che quella notizia sia vera e non solo una fake news? Soprattutto se usi i social per lavoro, devi fare attenzione a cosa condividi. Se cominci a postare su Twitter o Facebook informazioni fasulle, o prese da siti poco affidabili, ti farai la reputazione di una persona che condivide senza leggere, che non si informa in maniera adeguata, in altre parole che non è professionale e affidabile.
Le cosiddette bufale sono però subdole: sono create apposta per suscitare curiosità e una qualche emozione nei confronti di chi legge (indignazione, paura, pietà) e influenzare le opinioni del popolo dei social. Oppure servono a indirizzare traffico sul sito di chi ha creato le false notizie, in modo che il titolare possa guadagnare grazie alla pubblicità. I soldi in questo business sono tanti, se ti interessa puoi andare a leggere questa inchiesta fatta da Paolo Attivissimo, che ha un sito dedicato proprio a smascherare le bufale.
Come è fatta una bufala
Ecco allora l’identikit di una bufala.
- La notizia è verosimile, credibile o assomiglia a qualcosa che è accaduto davvero.
- La notizia deve suscitare una qualche emozione e spingere chi legge a condividere il più possibile. Deve anche instillare dei dubbi. Siamo poi sicuri che quella tassa sia da pagare? Che se non scrivi quella dicitura sui tuoi documenti ti viene recapitata una multa? Che il colore di moda quest’anno non sia l’Ultraviolet ma l’arancio mandarino? E così via. Di notizie false su questioni sociali, scientifiche o politiche ce ne sono a decine ogni giorno e di sicuro le hai già viste scorrere sulla tua timeline di FB, condivise da decine di tuoi contatti.
- Il sito che pubblica la notizia ha un nome rassicurante, spesso molto molto simile a quello delle testate giornalistiche più famose.
- Se leggi con attenzione la notizia, però, puoi notare che ci sono informazioni generiche, frasi sensazionalistiche, foto uguali a molte altre, e, spesso, errori di ortografia anche palesi. Il problema è che leggendo spesso in fretta, dai dispositivi mobili, senza troppa attenzione, non ci accorgiamo di questi dettagli, che sono inceve utili indizi di notizie non vere.
Il problema con i social è che quello che scriviamo e condividiamo resta e viene letto e condiviso da altri. In parole povere: se condividiamo e pubblichiamo stupidaggini, che figura facciamo davanti ai nostri follower, ai clienti e ai potenziali clienti?
Come smascherare una bufala
Ecco allora alcuni suggerimenti per smascherare una bufala.
- Per prima cosa, leggi attentamente la notizia, più volte. Se qualcosa ti insospettisce forse è perché non è vera. Controlla se ci sono frasi scritte in modo strano, errori, se sono indicate le fonti e così via.
- Guarda l’indirizzo del sito che riporta la notizia. Cercalo in rete, ma fai anche attenzione a come è scritto. A meno che non sia Lercio.it (sito che scrive apposta notizie false a scopo umoristico), sovente questi siti hanno nomi come “Il Fatto Quotidiano”, “Il Giomale”, “News24TG” (qui ne trovi un elenco dettagliato).
- Fa’ una ricerca in rete sull’argomento. Controlla se la stessa notizia è riportata da siti autorevoli, da testate giornalistiche, agenzie stampa e così via. Controlla anche come è riportata la notizia, se è raccontata con particolari diversi o con un copia incolla da altri siti. Questo passaggio non sempre è garanzia di sicurezza perché anche i giornalisti professionisti talvolta ci cascano e condividono le bufale senza un controllo approfondito (fact checking).
- In caso di foto (soprattutto foto di gossip o di catastrofi o di emergenze umanitarie, dove si tende a usare foto di altri contesti o modificate), puoi fare un po’ di controlli in rete.
- Segui gli account Twitter e FB di siti che si occupano di smascherare le bufale, come CICAP, MedBunker, Bufale un tanto al chilo. Quando trovi una notizia che ti fa venire dei dubbi, verifica prima lì se trovi riscontri.
- Infine, se i dubbi rimangono, non postare quella notizia, non condividerla, non scriverci un post.
- Consiglio extra, leggi questo decalogo contro le bufale.
Come, mi dirai, per ogni notizia che voglio condividere devo impiegare tutto questo tempo per fare ricerche e poi magari non pubblico nulla?
Beh, innanzitutto se la notizia arriva da un tuo cliente, da una fonte autorevole, da un comunicato stampa, puoi anche abbassare un po’ le difese, anche se è sempre meglio fare un breve controllo lo stesso. In ogni caso, piuttosto che rovinare il lavoro di ricerca e acquisizione clienti per una notizia sbagliata, meglio stare zitti. Come nella moda, anche sui social “Less is more”.