La curation è di moda? Se lo è, è una bella moda, utile a chi la fa e a chi ne riceve i risultati. Ma facciamo un passo indietro e ricapitoliamo: cosa è la content curation?
La cura dei contenuti è quella che un po’ tutte già facciamo in modi diversi: pinnando su Pinterest, scrivendo post in cui elenchiamo gli account Instagram più interessanti da seguire nel nostro settore, scrivendo una newsletter ricca di link utili per il nostro target e anche, nella sua “frazione minima”, segnalando su Facebook o Twitter un contenuto che ci pare meritevole di attenzione.
La content curation è un lavoro vero, non un’alternativa veloce, salvatempo e salvaidee quando si è a corto di ispirazione e si fatica a produrre contenuti originali. Cosa ci vuole per farla bene? Ecco qua i fondamentali.
Il tempo per la cura dei contenuti
Quante informazioni ci circondano? Orientarsi è faticoso e il lavoro prezioso di chi si incarica di curare i contenuti di una certa nicchia è proprio questo: scremare, isolare, cercare con la lente di ingrandimento, individuare le gemme e metterle da parte per poi farle conoscere a chi condivide lo stesso interesse.
È un lavoro che richiede passione per la nicchia e il tema scelti, competenza, comprensione dei bisogni del pubblico di riferimento (non tutto quello che interessa a te è automaticamente interessante per chi fa il tuo stesso lavoro), tempo per individuare le parole chiave, valutare i contenuti, confrontarli, verificare la correttezza e l’originalità delle informazioni, individuare le fonti originali.
La content curation come lavoro artigianale
Trovare contenuti appartenenti a un settore o a una nicchia e metterli insieme è un lavoro che tanti aggregatori possono fare ma non è cura dei contenuti che invece è un lavoro di artigianato, fatto a mano: è leggere, capire, valutare, stabilire se quel contenuto lì merita di essere messo in luce. Come un lavoro artigianale, altrimenti è catena di montaggio che ha un suo valore ma è un’altra cosa.
La voglia di mettersi in gioco attraverso un punto di vista
Sei un brand, sei una professionista, chi ti segue lo fa perché si fida di te e oltre alla segnalazione di un contenuto vuole sapere cosa ne pensi tu. Aggiungi il tuo punto di vista: spiegare perché quel contenuto è importante, contestualizzarlo, rivelarne la preziosità fa capire meglio che lo hai letto, soppesato, ne hai stabilito il valore e lo hai giudicato meritevole di condivisione.
Non avere paura di condividere
Questo punto in realtà sarebbe il primo da elencare. Può capitare di diventare gelose e anche un po’ possessive nei confronti delle fonti, dei contenuti e delle informazioni di valore che si trovano online, tanti bei segreti da tenere e usare senza dirlo a nessuno. Ma non si dà cura dei contenuti se non c’è desiderio di condivisione, che poi è un bel modo di farsi notare. Come dice proprio il punto successivo.
Bella la content curation ma cosa ci guadagno?
Tutto questo lavoro per cosa? Per diventare autorevole, punto di riferimento, le persona di cui poi si dirà “leggi il suo blog” o “vai a vedere le sue board su Pinterest” o ancora “chiedi a lei se questa cosa ha un valore, lei lo sa di sicuro”. Senza contare l’apprezzamento per il tempo che fai risparmiare a chi si affida a te per trovare sempre nuovi contenuti utili e stimolanti.
Insieme a questo enorme benefit, la cura dei contenuti è sempre una alternativa ottima e un ingrediente saporitissimo per la tua cucina di contenuti: il giusto equilibrio tra i tuoi contenuti originali e quelli raccolti altrove con occhio esperto realizzano un piatto gustoso del quale sarà difficile fare a meno.
D’accordissimo su tutto al 100%! Da questo articolo, tra l’altro, si capisce benissimo (per chi ancora non l’avesse capito) perché certe mansioni, col tempo, si sono trasformate in vere e proprie PROFESSIONI! Grazie 🙂 utilissimo, lo conserverò ma non troppo gelosamente 😀
Grazie Ilaria! Secondo me occuparsi a tempo pieno o quasi di cura dei contenuti è bellissimo: ecco, un vero lavoro! 😉
Sempre chiara ed efficace 🙂
sono d’accordo con te, grazie mille
buona giornata
Rosaria