Occhio alla forma

Non sei una web designer, nemmeno io. Però nel guardare la tua pagina web, o il tuo volantino ti serve quell’occhio lì. Quello che nota subito ciò che stona, quello che fa caso alla disposizione del testo in una pagina (web), quello che fa della forma delle cose un abito cucito addosso (non semplicemente un abito), una cosa su misura, dove i colori, gli spazi, persino l’ordine delle cose sa di te.

Puoi farcela ad andare oltre il semplice riempire una pagina bianca, l’hai già fatto: hai già superato la paura della formattazione con word :)!

L’abito fa il monaco

La prima cosa che appare agli occhi di chi ti legge è la forma del testo, gli spazi, gli a capo, i bordi vuoti, i box pieni, i grassetti, le proporzioni, le dimensioni delle font, una specie di lettura fotografata, dove più la foto è bella, più dettagli rimarranno impressi. Come sono disposte le parole nella pagina?

Non c’entra cosa c’è scritto, ma come: un po’ come quando conosci una persona per la prima volta e puoi farti un’idea sul momento di che tipo sia da come si muove e da come è vestita. L’occhio del lettore arriva sulla tua pagina e sceglie o che non gli piace ciò che vede, e se ne va, o che gli piace e vuole tutto.

Fa che il lettore legga, senza leggere una parola

Se resta pretende che la disposizione del testo lo faciliti tanto quanto le parole, se resta vuole dei link che gli permettano di andare in tutte le direzioni possibili. Se resta vuole più versioni di ciò che hai da dirgli. Allora come puoi rendergli evidenti tutte le direzioni possibili? Quali sono i punti che non puoi trascurare? Vediamoli insieme:

  • font fanno la personalità della tua pagina web: ne esistono tantissimi, bellissimi, ma tu scegline due facili da leggere;
  • Gli stili: usa il corsivo quando citi qualcuno o per le parole straniere, il grassetto per attirare l’attenzione. Tienilo per le parole chiave o per sottolineare una frase in mezzo a tante, o ancora per legare una parola all’altra in modo che abbiano senso anche da sole.
  • Le virgolette vanno benissimo per il discorso diretto o quando dai ad una parola un’accezione diversa dal solito.
  • I capoversi e i paragrafi: ricordati di andare a capo, lascia al lettore il tempo di metabolizzare quello che gli racconti. Costruisci dei blocchetti di testo, immagina i paragrafi come un nuovo inizio.
  • I titoli aiutano quelli che non hanno tempo di leggere tutto, quindi pensali che insieme abbiano un senso che faccia da riassunto.
  • I colori usali solo se proprio non puoi farne a meno, ma mai più di due e segui i consigli di Francesca.
  • Gli allineamenti vanno bene se vuoi richiamare l’attenzione, lì dove pensi che ci sia un calo di concentrazione.
  • Le tabelle sono perfette per raccogliere quello che altrimenti sarebbe impossibile capire.

Non sei una web designer (nemmeno io) ma una che può migliorare sì, vero?

I vizi di forma: panoramica

  1. Si dice guardare, ma non toccare: la pagina web vuole entrambe le cose.
  2. Ci sarà sempre una font più bella, hai davvero così tanto tempo da perdere?
  3. Diffida di chi sottolinea tutto.
  4. Nessun navigatore potrà mai indicare la strada che sai tu, ma un paragrafo nuovo sì.
  5. Se agli spazi del tuo testo non fai caso, allora non fai caso nemmeno ai silenzi, le pause, le sorprese, le spiegazioni. Probabilmente sei un mostro.
  6. Per decidere la tua forma non chiederti come si scrive, ma perché lo scrivi.
  7. Non c’è un momento giusto per usare il maiuscolo, c’è che hai finito gli stili.
  8. Mentre scrivi non illuderti che quelle lettere non siano anche un simbolo.
  9. Comprati un evidenziatore se non resisti alla tentazione dei grassetti, aiuta.
  10. Come nessun fatto e nessuna forma rassomiglia in tutto a un’altra, così nessuna differisce interamente dall’altra – M. de Montaigne. Tutti copiamo, l’importante è farlo dai migliori.

Simona Sciancalepore

Se mi chiedete che cosa faccio, di solito rispondo scrivo. Scrivo perché Jo March scriveva e anche a me veniva facile. Leggo anche, perché, secondo me, la scrittura la fa chi la legge: è così che contamino la mia. Revisiono tanto. Tante cose non mie, per lavoro. Rileggo, leggo ad alta voce, cancello e riscrivo. Scrivo anche quando non scrivo. Lì partono la musica, le immagini e ovviamente i titoli di coda.

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