AI per una creatività più efficiente

Uno dei problemi che ho tutte le volte che scrivo un articolo per c+b è il titolo e la frase per l’immagine: sono sicura di non essere l’unica, altrimenti non avrei scoperto che esistono i generatori di titoli!

Un generatore è uno strumento molto semplice: dopo aver risposto ad alcune domande e inserito un certo numero di parole chiave, grazie a un algoritmo produce una decina di proposte di titoli. Penso che non sono un’esperta di scrittura e quindi un aiuto va bene, e poi penso ancora: è necessario o posso sforzarmi di più? Non sono abbastanza creativa? Non l’ho scritto io, andrà bene lo stesso? Che direbbe Stephen Hawking della mia scelta? 

“The development of full artificial intelligence could spell the end of the human race”

(Stephen Hawkins, intervistato dalla BBC)

Che cosa è l’Intelligenza Artificiale o AI

Secondo il sito www.intelligenzaartificiale.it

“In termini tecnici, l’intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali.”

Secondo Wikipedia:

“L’intelligenza artificiale (o IA) è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano.”

Leggendo queste definizioni si capisce che l’intelligenza artificiale è più vicina a noi di quello che le storie di fantascienza ci hanno fatto credere: la troviamo tutti i giorni semplicemente aprendo un motore di ricerca e facendo un paio di ricerche, e rapidamente capiamo che il motore diventa “più intelligente” più approfondiamo le ricerche che stiamo facendo.

La progettazione e l’Intelligenza Artificiale

Dal punto di vista del design, gli strumenti che agevolano la produzione grafica grazie ad algoritmi, software ehardware si moltiplicano tutti i giorni, e il valore economico e professionale del lavoro di progettazione tende a diminuire in alcuni casi.

Nei gruppi di designer, in particolare di Graphic Designer il dibattito intorno all’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) nella produzione creativa si è acceso negli ultimi mesi: si discute di quanto l’intelligenza artificiale e il design siano compatibili, di quanto la creatività sia minata da questi strumenti, di quale sia il futuro del progettista e di questa disciplina. 

I miei primi contatti come designer consapevole con l’intelligenza artificiale risalgono più o meno al 2016, quando ho scoperto che c’erano scuole di design che nei loro programmi di studi inserivano una materia in cui attraverso il codice era possibile sviluppare centinaia di proposte o prototipi per un singolo progetto, mentre un designer può produrne con difficoltà una decina in molto più tempo.

Le proposte generate dall’AI sono basate su parametri diversi, risultati della ricerca di base, con dati o valori che hanno un significato per il progetto e le sue variabili, per esempio: materiali, misure, temperature, contrasto, ecc. Questa disciplina si chiama Generative Design

I risultati del Generative Design solitamente sono scartati o approvati da una persona, non più dal software, in base alle sue conoscenze, specialità e sulla base del bisogno dell’utente: che sia il design di una moto o un un edificio, di un’animazione o di un logo, il risultato va rifinito e portato in vita con più accuratezza, adeguandolo al suo utilizzo finale.

Un esempio per spiegarlo in modo semplice potrebbe essere la creazione di un video animato auto-generato sulla base delle note e dei suoni della musica, magari mentre un deejay fa la sua esibizione dal vivo: dato che sappiamo che il deejay dal vivo non eseguirà mai lo stesso pezzo uguale tutte le volte, un video preconfezionato funzionerebbe peggio di uno che viene crea e modificato sul momento, in base alle note e ai tempi. 

L’identità visiva (soprattuto le Identità dinamiche) beneficia spesso dal Generative Design. Per la Penisola di Nordkyn è stato progettato un sito web con un marchio dinamico (in alto a sinistra), che si modifica a secondo delle condizioni meteorologiche e della data: se visiti il sito, vedrai dopo qualche secondo il logo si modifica e, salvo coincidenze, non risulta quasi mai uguale, anche durante la stessa giornata.

In Italia, per la City Brand di Bologna, è stato creato un alfabeto riprendendo gli archetipi figurativi della città: muri, mosaici, mattoni, giglio, assegnando una figura a ogni lettera dell’alfabeto: è così che ogni evento, location, edificio può avere il proprio simbolo auto-generato che rende partecipe anche il pubblico attraverso una generazione “controllata” nella quale le variabili sono le lettere. Puoi provare anche tu a generare il tuo logo su http://ebologna.it/

Il Generative Design è solo una piccola parte di tutte le tecnologie e tecniche sviluppate per l’Intelligenza Artificiale a supporto del design e della comunicazione visiva, per esempio per la produzione di piccoli video, l’editing di foto e video, la produzione di pattern, layout grafici che non necessariamente hanno una grande qualità, ma che a certi livelli e in alcuni step dei processi creativi possono essere utili.

E la creatività?

Negli ultimi tempi, sviluppare prodotti visivi finiti è diventato molto più semplice con app o siti come Midjourney: la qualità dei risultati a volte può concorrere con l’arte creata senza AI, come nel caso di Théâtre D’opéra Spatial realizzata da Jason Allen, che ha scritto quello che avrebbe voluto che l’opera contenesse e come avrebbe dovuto contenerlo. L’opera ha vinto un concorso d’arte, anche se Allen non l’ha creata con le sue mani ma usando uno strumento che ha interpretato il suo testo.

Ci sono invece altri software e algoritmi che danneggiano seriamente il lavoro creativo, che producono logotipi, simboli, icone senza la supervisione di nessuno, dove chiunque ha bisogno può produrre qualcosa e usarlo, anche senza avere un minimo di consulenza o supporto per la comunicazione specifica del brand o dello scopo del progetto, e spesso gratis.

Credo sia questa la parte più pericolosa dell’AI nel Graphic Design: il design ha l’obiettivo di risolvere problemi di comunicazione, attraverso una ricerca approfondita del brand, degli argomenti ad esso legati, delle persone a cui si parla, elementi essenziali che questi servizi non prendono in considerazione e che li rendono incapaci di dare al business un qualsiasi valore aggiunto.

L’importanza dell’etica e del pensiero critico

L’evoluzione dell’AI non si fermerà: al contrario, l’Intelligenza Artificiale costruisce altra Intelligenza Artificiale e in questa corsa l’aspetto etico e morale è diventato un punto importantissimo nella progettazione seria attraverso le sue tecniche, non più solo un aspetto tecnico di codice o di sviluppatori o un problema di ingegneria o di hardware. Ho letto che al Tufello hanno creato il primo Liceo Digitale e una delle materie, oltre a quelle digitali, è un “Laboratorio del pensiero”, una specie di introduzione alla filosofia pensata per non perdere il tocco umano e il pensiero critico, fondamentali in questa realtà digitale.

Sono convinta che la creatività non stia sparendo, ma si stia spostando verso altre discipline (che piano piano dovremo chiamare design), avvalendosi di nuovi strumenti. Penso però che l’idea, quella creativa, resti umana e originale se si lavora facendo ricerche, lavorando in gruppo, analizzando e usando il pensiero critico, guardandosi intorno ed evitando l’uso di strumenti inutili che producono risultati senza sostanza, anche se esteticamente belli.

È importante tenersi aggiornati per conoscere le opportunità che esistono nel design usando questi strumenti nuovi, approfittarne per rendere il processo creativo più efficace o veloce e possibilmente riducendo gli errori, senza dimenticare il punto focale della comunicazione: mai perdere il contatto umano con le persone a cui il nostro lavoro deve arrivare. 

Alcuni software per Generative Design

https://processing.org/

https://vvvv.org/

https://openframeworks.cc/

Nydia Cuevas

Sono una graphic designer, mi piacciono le texture; posso perfino fermarmi a fotografare quelle sui tombini stradali. Sono particolarmente attratta dai caratteri tipografici, mi piace vederli, crearli e impaginarli. Amo i vecchi metodi di stampa, la carta e l’odore dell’inchiostro, i torchi, la serigrafia e letterpress.

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