Ho cominciato il mio viaggio su C+B partendo dalle basi del linguaggio audiovisivo e dalle regole tecniche da rispettare per poterlo utilizzare; poi mi sono concentrata sulle diverse tipologie di video, dal punto di vista del messaggio da comunicare e da quello del canale adeguato.
Oggi riparto proprio da qui, per indagare più a fondo le diverse possibilità che abbiamo a disposizione per comunicare la nostra attività.
Cominciamo con il backstage.
Cosa intendiamo per backstage
L’Oxford Languages, definisce il Backstage come
Quanto avviene dietro la quinta di uno spettacolo o di una ripresa cinematografica o televisiva
Questo termine, infatti, è legato prevalentemente al mondo dello spettacolo, del teatro prima di tutto, dove si può chiaramente distinguere uno stage (palcoscenico) e un backstage (dietro le quinte) o behind the scene nel mondo cinematografico.
Partiamo proprio dal mondo del teatro e citiamo uno dei suoi più illustri rappresentanti: Luigi Pirandello. Luigi Pirandello sosteneva che chiunque, nel corso della sua vita, indossa una moltitudine di maschere, ognuna delle quali costruita appositamente per un’occasione particolare; indossiamo una maschera di fronte alla famiglia, un’altra con le amiche, un’altra ancora con la persona che amiamo e, naturalmente, c’è una maschera (o più d’una) anche per il lavoro; che lo facciamo consapevolmente o meno, questo processo fa parte della nostra quotidianità.
Questo però non significa che siamo tutte perzone falze o che fingiamo di essere ciò che non siamo, tutt’altro! In diverse occasioni, con persone diverse, in diversi contesti, saranno diverse le cose di noi che è importante mostrare.
Questo vale di più per il lavoro, soprattutto quando abbiamo a che fare direttamente con i nostri clienti e soprattutto se vogliamo finalmente metterci in testa che, nel marketing odierno, non è più possibile ragionare in termini di target, ma è necessario cominciare a considerare i nostri interlocutori (clienti e potenziali clienti) come pubblico.
Tutte le persone che lavorano hanno uno stage dove mettere in scena la propria professionalità: la scenografia sarà la vetrina del negozio, o il sito web, o il blog, o la pagina social della nostra attività; i costumi di scena sono la nostra mise per il lavoro (casual, elegante, divisa con il nostro logo e i nostri colori, …); il copione è il nostro rapporto diretto (offline o online) con la clientela e con la clientela potenziale; e infine il backstage sarà tutto quello che abbiamo messo in campo per preparare la nostra “rappresentazione”.
Perché è utile mostrare il nostro backstage?
Perché il pubblico è curioso. Quando lasciamo vedere qualcosa che normalmente non è accessibile alla sua attenzione, lo percepisce come un regalo. Non dimentichiamo che uno dei fondamenti del moderno marketing è fornire al nostro pubblico contenuti che soddisfino i loro bisogni: in questo caso soddisfiamo la curiosità.
Perché, facendo vedere quello che c’è dietro, mostriamo di non avere nulla da nascondere, che il risultato esterno è confermato dalla preparazione che lo precede, che non ci sono trucchi, che non abbiamo paura dei giudizi esterni, perché non ci sono cose che non vogliamo vengano viste. Non c’è trucco e non c’è inganno!
Per far entrare chi ci segue in uno spazio privato, dove solitamente non è ammesso l’ingresso agli estranei, concedendo una sorta di piccolo privilegio, come quando un attore ci invita nel suo camerino prima o dopo lo spettacolo, condividendo uno spazio personale con noi.
Ci permette accorciare la distanza emotiva tra noi e il nostro pubblico, perché dietro le quinte le nostre difese sono più basse: senza le nostre maschere è come se ci prendessimo un po’ meno sul serio, mostrando una parte più intima di noi e questo avvicina le persone e stimola l’empatia.
Per instaurare prima un dialogo e poi un rapporto solido con chi ci segue, che oggi dovrebbe essere la massima aspirazione per chi ha un’attività, dato che le persone comprano sempre più per affiliazione, per unione di vedute e di prospettive, perché non si accontentano più di essere considerate portafogli con le gambe, ma vogliono vivere dei veri e propri rapporti con i brand, con le aziende, con chi esercita le libere professioni e, nella vita come nel business, la sincerità è una base perfetta per costruire rapporti.
Per mostrare la nostra passione in un momento in cui non è una “messa in scena”, facendo vedere che ci sono cose che non sono maschere, ma che ci appartengono indipendentemente da quale palco interpersonale stiamo calcando in quel momento.
Anche per sfruttare al meglio tutto il lavoro che c’è dietro alla preparazione di un servizio, di un evento, di una diretta o di qualsiasi altro progetto realizzato per il nostro pubblico; spesso si tratta di processi molto lunghi, di cui è difficile dare conto e che molte persone non riuscirebbero a immaginare. Dare spazio anche al lavoro di preparazione, in questo caso, riuscirà a valorizzare ulteriormente i risultati ottenuti, perché saranno palesi i nostri sforzi per raggiungerli.
Per esplicitare il percorso tra un prima e un dopo, aggiungendo informazioni importanti per chi, ad esempio, vuole intraprendere la stessa strada.
Perché si tratta di contenuti piuttosto semplici da realizzare e oggi avere dei contenuti facili da realizzare è oro!
Cosa mostrare nei video di backstage
Ah! Qui c’è proprio solo l’imbarazzo della scelta! L’unico limite è la nostra mente.
Facciamo che io adesso comincio un elenco e voi che leggete continuate con nuovi suggerimenti nei commenti? Dai,Dai,Dai!
- L’allestimento delle vetrine
- L’arrivo dei prodotti dai fornitori
- Scambi di battute divertenti tra il personale
- Una pausa caffè
- Il retro del negozio
- Un animale che guarda la vetrina
- La vita di una piantina in negozio
- Un sopralluogo
- La scelta di un nuovo macchinario
- I locali della ditta (ufficio, reparto produttivo, ecc…)
- Animali del personale
- La nostra postazione di lavoro
- Un viaggio di lavoro
- La tinteggiatura dei nuovi locali
- La preparazione di un evento
- Il girato di un set fotografico
- Il fuori onda di un video o di una serie di video
- Le cose divertenti emerse durante un brainstorming
- L’allestimento di uno stand in fiera
- …
Su quali piattaforme sfruttare al meglio i video di backstage
La scelta della piattaforma, come sempre, dipende da una serie di fattori.
Prima di tutto ci dobbiamo chiedere dove si trova il nostro pubblico, o meglio, dove si trova lo specifico pubblico che potrebbe essere interessato a vedere il nostro backstage.
In secondo luogo la scelta dipenderà da quello che vogliamo mostrare. Facciamo qualche esempio.
Il backstage è quello di un set fotografico pubblicato su Instagram, allora sicuramente Instagram sarà il primo luogo dove il nostro racconto potrà raccogliere proseliti.
Abbiamo montato insieme tutti i bloopers della nostra ultima campagna video su Facebook, allora pubblicheremo anche questi su Facebook.
Se abbiamo raccolto materiale video durante la preparazione di un evento, potremmo mostrarlo, adeguatamente confezionato, in apertura o in chiusura dell’evento stesso.
E così via.
Naturalmente per ogni piattaforma/luogo, come abbiamo già avuto modo di vedere, dovremo adeguare formati e caratteristiche.
I social sono il luogo privilegiato per lasciare andare la formalità a favore del dialogo diretto. Tra tutti i vecchi e nuovi strumenti messi a disposizione da queste piattaforme, i più adatti per i video di backstage sono indubbiamente le stories, i reel e i video stile TikTok in generale, ma se noi confezioniamo a regola d’arte un contenuto (o una serie di contenuti), con tutta probabilità faremo il pieno di visualizzazioni anche sui feed di Facebook, su YouTube e, perché no, anche su Pinterest.
Partiamo da Youtube
Stiamo parlando del secondo motore di ricerca più utilizzato al mondo, che, sì, è anche un social, ma molto sui generis. Qui, infatti, le persone vengono a cercare contenuti; in altre parole dobbiamo intercettare le domande espresse. Quindi la domanda che dobbiamo farci è: che cosa potrebbe cercare il mio pubblico qui?
Prego la Regia di agevolare l’esempio!
Nel 2020 Rocket Mortgage, società fornitrice di prestiti ipotecari, si è presentata al pubblico del Supebowl con questo spot…Il trucco naturalmente c’è! E si può vedere, spiegato nei minimi dettagli, nel video che racconta il backstage dello spot.
Nelle Stories di Instagram
Il divario tra la formalità del feed e la libertà del racconto effimero è meravigliosamente evidente, proprio come tra la vetrina e il retro di un negozio. Sia che realizziamo stories da salvare in apposite raccolte, sia che le lasciamo visibili solo per il tempo predefinito, sfruttare questo contrasto è sempre e comunque una buona idea.
Cisco System, azienda multinazionale specializzata nella fornitura di apparati di networking, ad esempio, ha dedicato ai propri impiegati la campagna #WeAreCisco sulle stories di Instagram e su Snapchat.
Spulciando tutte le stories salvate ci sono moltissimi video divertenti realizzati dalle persone che lavorano per Cisco, ad esempio i boomerang di Love Your Logo.
WeWork, società immobiliare commerciale americana, che fornisce spazi di lavoro condivisi flessibili per startup tecnologiche e servizi per altre imprese, ha un feed molto coerente, dove alterna immagini, card informative e videoracconti formali, mentre tra le stories salvate troviamo video home-made con tour virtuali, esperienze personali e anche una serie di video dedicati al #nationalpuppyday.
Anche la squadra di football NFL dei Miami Dolphins presenta contenuti molto diversi nel feed e nelle stories, dove troviamo moltissimi video di bacsktage, come quelli realizzati a bordo campo durante le partite.
Video creativi TikTok e Reel
Gucci, su Instagram ha dato il via libera alla creatività. In questo video, ad esempio, racconta il making of di una borsa in stop motion.
Il brand di borse Anima Iris utilizza molto i reel per la comunicazione; qualcuno di questi racconta anche il backstage, come questo che mostra lo shooting fotografico dei prodotti
L’NBA utilizza Instagram per i momenti salienti, Twitter per le notizie e TikTok per commedie, meme, motivazioni e scorci di backstage come questi
Su Facebook e sugli altri social
Come dicevamo le opzioni sono pressoché infinite. Vi porto l’esempio di una ragazza straordinaria che ho avuto il piacere e l’onore di avere come studentessa e da cui ho preso almeno quanto ho dato, forse di più. Si chiama Sara Celeghin, è un’artista a tutto tondo e, tra le tante cose a cui ha collaborato, c’è La custode, una meravigliosa scultura, alta tre metri, realizzata con materiali di recupero all’isola veneziana della Certosa.
Durante la realizzazione dell’opera sono state effettuate delle riprese che poi sono state montate in un videoracconto.
Cos’è indispensabile per realizzare i video di backstage
Il backstage è, di suo, qualcosa di non costruito, non artefatto, non necessariamente perfetto dal punto di vista formale. Questo non significa che possiamo fregarcene del linguaggio audiovisivo, che abbiamo imparato ad usare così bene e ricadendo nei più comuni errori dei neofiti. Possiamo però permetterci qualche sbavatura: l’impegno e la sincerità compenseranno le mancanze tecniche.
Dotazione tecnica minima
Tra tutti i meravigliosi oggetti e oggettini che avevamo già visto, disponibili per realizzare in modo indipendente le nostre riprese, ad essere davvero indispensabile, probabilmente, è solo il nostro smartphone, a cui, volendo, possiamo aggiungere un cavalletto ed eventualmente un gimbal.
Il backstage infatti, come dicevamo, non necessita di elevati gradi di perfezione formale o estetica: quello che conta è, più che mai, il contenuto, la possibilità di vedere qualcosa che solitamente non è visibile, lo scorcio privato di persone che, in pubblico, hanno un contegno diverso, il segreto, la sorpresa, quella battuta che non ci si aspetta. Queste sono tutte cose che hanno un valore tale da non richiedere ulteriori orpelli nel confezionamento.
Significa che possiamo fare le riprese in autonomia, anche se non eccelliamo in questo, ma significa anche che possiamo realizzare un montaggio home-made o di non montare affatto: possiamo utilizzare un’app sul telefonino per assemblare le parti migliori di ciò che abbiamo girato oppure, nel caso di stories, reel e video per TikTok, possiamo realizzare un montaggio direttamente su piattaforma, magari sfruttando le risorse a disposizione (filtri, effetti, musiche, …).
Dotazione organizzativa minima
Il bacsktage è sempre a disposizione, ma non è detto che sia sempre interessante. Dobbiamo stare sul pezzo, preparandoci a scattare col dito sul tasto REC dello smartphone ogni volta che succede qualcosa che potrebbe valere la pena mostrare.
La prima cosa fondamentale dal punto di vista organizzativo, quindi, è avere una mente aperta e pronta a cogliere il momento giusto. Come tutte le capacità, anche questa va allenata, quindi se non riesce immediatamente non c’è da preoccuparsi, basta un po’ di costanza: la quarta volta in cui ci diremo: mannaggia! avrei potuto fare almeno un timelapse della tinteggiatura del nuovo ufficio (o frase analoga), ci stimolerà ad essere più reattive la volta successiva.
In generale il mio consiglio è quello di fotografare, riprendere e documentare quante più cose possibili riguardo al nostro lavoro, perché tutto questo potrebbe rivelarsi estremamente utile, prima o poi.
E se non abbiamo la possibilità/ci dimentichiamo di usare il microfono?
So già che mi pentirò di quello che sto per scrivere.
Se sta succedendo qualcosa che dobbiamo/vogliamo assolutamente riprendere e non abbiamo a disposizione/ci dimentichiamo il microfono, riprendiamo lo stesso! Chissenefrega del microfono, in questo caso e SOLO IN QUESTO CASO! Come dicevo poco sopra, infatti, il contenuto ha la priorità sulla forma.
Se poi l’audio è veramente brutto o non può essere pubblicato (perché viene detto qualcosa di sconveniente, offensivo, o che comunque non vogliamo associare alla nostra immagine pubblica), possiamo sempre toglierlo e sostituirlo con musica (royalty free) o con una voce fuoricampo.
Dotazione emotiva minima
Be OK with looking stupid.
Tra le cose fondamentali per mostrare in video il nostro backstage c’è la consapevolezza che il nostro backstage sarà visto dagli altri. Sembra superfluo ripeterlo, come quando dico che in un video si vede tutto ciò che riprende la telecamera, ma è sempre meglio ribadire l’ovvio, perché spesso tanto ovvio non è.
Condividere con il pubblico ciò che, normalmente, non è condiviso, è e dev’essere una nostra scelta e dobbiamo fare questa scelta in modo consapevole e, soprattutto, convinto. Dobbiamo farlo perché ci fa piacere farlo, non perché la Deborah ha detto che è da fare; e dobbiamo provare piacere nella condivisione, non imbarazzo; dobbiamo ridere di noi stesse insieme a chi ci guarda, non sentirci derise; ma soprattutto, così come ogni volta che ci mettiamo in gioco comunicando con l’esterno, dobbiamo aspettarci ogni genere di commento e reazione, sia positiva che negativa.
Se non è un piacere, se ci crea imbarazzo o disagio, se ci sono cose che non vogliamo per nessun motivo esporre a una discussione pubblica, beh, ci sono tantissime alternative e molte di queste le vedremo insieme nei prossimi articoli.