La vita della mamma manager o imprenditrice è sempre stata divisa tra due distinte realtà:
- La mamma “molto mamma e poco manager”, che si ritrovava a lasciare la carriera costruita fino a quel momento per occuparsi della nuova famiglia.
- La mamma “poco mamma e molto manager”, che metteva in campo nonni, baby sitter, tate e attività extra scolastiche per poter continuare a crescere professionalmente.
Situazioni dove “molto” e “poco” erano unicamente l’idea che si faceva la gente della madre che prendeva una strada piuttosto che l’altra. Idea ben lontana da quello che realmente la donna volesse dalla sua vita.
Tutto questo accadeva prima e durante la pandemia, quando dover fare una scelta era la sola e unica possibilità. Situazione che è stata ancor più aggravata dall’arrivo del Covid-19, che ha visto su 101.000 nuovi disoccupati, il 98% donne (dato Istat 2021) e che quindi ha portato la situazione a ben più gravi scenari.
Pandemia prendi le brutte abitudini e portale via
Questo periodo non ha avuto solo risvolti negativi. Quel numero di disoccupate, che tanto ci fa rabbrividire, ha portato con sé tanti nuovi percorsi di rinascita e un fortissimo desiderio di tornare a far sentire la propria voce.
Rinascita è la parola che ha iniziato a risuonare nella testa delle madri che avevano ancora molte cose da dire nello scenario lavorativo che si era venuto a creare. Competenza, esperienza e la famosa e gettonatissima resilienza, le sole armi a disposizione.
È iniziato tutto così. In attesa che anche lo Stato mettesse in atto le misure per favorire e incentivare questo nuovo modo di vivere e di scegliere come essere una mamma imprenditrice e manager. Una risorsa per un paese che aveva bisogno di chi, dalle ceneri, era in grado di risorgere.
Il cambiamento spaventa, ma cambiare è possibile
A. era, ed è tuttora, una mamma, donna e manager nel mondo del marketing e della comunicazione.
La pandemia le ha strappato venti anni di lavoro da dipendente catapultandola, dalla sera alla mattina, in uno stato di disagio e frustrazione mentre cercava di gestire due figlie in DAD e una domanda: E ora cosa faccio della mia vita?
Lei, come tante altre donne, ha scelto di affrontare il cambiamento che non aveva mai avuto il coraggio di intraprendere e diventare Freelance mettendo sul tavolo della trattativa con la vita, tutto quello che aveva dalla sua parte:
- Esperienza e conoscenza
- Progettualità e strategia
- Contatti e rapporti costruiti (bene e con sincerità) negli anni di lavoro da dipendente
- Canali di comunicazione
Voltandosi indietro si era accorta di avere a disposizione un bagaglio abbastanza colmo di strumenti che poteva tirare fuori per iniziare la sua nuova strada. L’idea di diventare un’acrobata in un mondo nuovo non era tra le opzioni, ma la voglia di continuare il percorso che aveva duramente intrapreso per anni, era certamente la prima cosa che poteva dare vita al cambiamento.
Generare idee, progetti e nuove tendenze:
La storia di A., la nostra mamma manager è molto simile a quella di tante altre donne che, partendo da una passione, un percorso professionale o un nuova idea, hanno deciso che essere madre e manager non deve più rappresentare un’utopia.
Da queste storie sono nate nuove professioni, esplose le start up innovative e le società benefit che hanno compreso che è possibile ricavare un’opportunità da quello che è diventato un disastro planetario.
Purtroppo però, nel 2020 sul totale delle neo nate start up innovative, solo il 13% era guidato da donne. La maggior parte di queste imprese ha avuto una forte attenzione alla responsabilità sociale, essendo più green-oriented e adottando maggiormente le pratiche di welfare aziendale. Piccoli numeri e grandi progetti che hanno subìto forti ostacoli anche per la difficoltà di accesso al credito, causato da una richiesta da parte delle banche, di maggiori garanzie per le imprese al femminile.
Proprio sulla base di questi dati, le misure messe in campo con il Piano per la Parità, inserito al fianco del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza), sono fondamentali per una ripresa economica oltre che culturale.
Gli obiettivi del PNRR sono, tra gli altri:
- favorire l’occupazione
- far crescere l’imprenditoria femminile
- abbattere il tasso di inattività
cercando di raggiungere gli standard europei e dando vita ad una serie di interventi che favoriranno un nuovo modo di affrontare la vita lavorativa, per ogni donna a beneficio dell’intera società.
Sono stati messi a disposizione quaranta milioni di euro attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati in modo da avvicinare sempre di più le donne al mondo dell’impresa, dando così un reale supporto alla creazione di nuove realtà imprenditoriali e progetti innovativi.
Dalle parole ai fatti: una mamma manager
Ora è il momento di passare ai fatti. Non basta che una donna ci metta la forza e l’impegno per riprendere in mano la propria carriera e generare valore per sé e per l’economia del suo paese.
Le basi ci sono. I soldi iniziano finalmente ad arrivare. Ma è lecito domandarsi se da sole è possibile iniziare un reale nuovo percorso professionale che permetta un vero work-life balance.
Non dimentichiamo che il problema non è mai stato solo economico, ma anche culturale. Se da un lato è importante costruire una rete di relazioni che favoriscano idee, opportunità e progetti oltre che sostenerli attraverso iniziative promosse dallo stato, dall’altra è cruciale che vi sia una nuova tendenza all’interno della famiglia stessa.
Il family team sarà il cardine della ripartenza di tutte quelle donne, mamme manager che sentono la necessità di ritornare nel mondo del lavoro senza dover conciliare, iniziando a condividere un progetto di vita comune nel quale includere le ambizioni e gli obiettivi professionali. Il ruolo del padre e la reale totale divisione dei compiti all’interno del nucleo familiare permetterà la prima vera parità di genere. Ciò che farà comprendere che non è solo “un problema delle donne”, ma una risorsa per tutta la comunità.
Torneremo a raccontare storie di donne e delle loro rinascite senza stupirci? Sì, io ci credo e sono convinta che l’utopia si sia trasformata davvero in realtà.
Dimenticavo di dirti che la mamma manager (A.) nella storia che ti ho raccontato, sono io.