Yoast SEO: il semaforo verde serve davvero?

Usi il plugin Yoast SEO sul tuo sito? Pensi che il semaforo verde ti garantisca la perfetta ottimizzazione SEO? Allora leggi attentamente questo articolo.

“Il semaforo di Yoast SEO è verde, allora perché il mio articolo non ha visite?”

Questa è una domanda che mi fanno molto spesso durante le consulenze SEO. E la mia risposta è sempre la stessa: “Ma come l’hai scelta la parola chiave che hai inserito nel modulo di Yoast?”.

Perché da lì dipende tutto.

Prima di addentrarci nelle parole chiave, facciamo un passo indietro e cerchiamo di chiarire una volta per tutte che cos’è Yoast SEO e il suo semaforo, ma soprattutto cosa ci dice effettivamente sullo “stato di salute SEO” della nostra pagina.

Il semaforo di Yoast SEO è “stupido”

Yoast SEO è il più noto plugin di WordPress utilizzato per ottimizzare la SEO di articoli e pagine.

A rendere famoso e riconoscibile questo plugin è il suo semaforo, che segnala se un articolo è stato ottimizzato correttamente: verde (è stato ottimizzato), arancione (così così), rosso (non è ottimizzato).

Semplice, vero? Be’, non proprio.

Il problema è che il semaforo di Yoast SEO è una “macchina”, non pensa, non ragiona. Lui semplicemente va a vedere se le parole che hai inserito nel campo del suo modulo appaiono nella pagina e in che punti, stop.

Infatti, inserire una parola nel campo di Yoast non ottimizza l’articolo, ma con quel gesto stai solo dicendo: “Ehi, Yoast, puoi verificare se questa parola compare nei punti giusti per far capire a Google che il mio articolo parla di questo argomento?”.

Yoast SEO è solo una sorta di calcolatore, non ottimizza l’articolo, quello lo devi fare tu.

E soprattutto, non valuta, come invece dovresti fare tu, che tipo di parole chiave stai usando: si tratta davvero di parole chiave o sono congiunzioni o articoli? Sono parole chiave vaghe e per nulla in topic? Sono parole chiave con un tasso di concorrenza troppo elevato? Sono parole chiave che non cerca nessuno? Ecc.

Il plugin di Yoast SEO e il relativo semaforo sono “stupidi” e queste cose non le sanno. Se tu nel campo della parola chiave inserissi come keyword solo “ma”, che ovviamente non è una parola chiave, lui invece la considererebbe tale solo perché l’hai digitata tu nel campo.

Ovvio che “ma” apparirà parecchie volte nell’articolo e con tutta probabilità rispetterà tutte le regole di Yoast, facendo venire fuori il semaforo verde, ma questo non renderà il tuo articolo ottimizzato.

Quali sono le vere parole chiave

Quindi, se vuoi che quel semaforo verde significhi qualcosa, devi inserire nel campo una vera parola chiave. E per “vera” intendo una parola chiave che rispetti tutte le regole base e che, di conseguenza, deve:

  • essere cercata da un buon numero di persone: se nessuno cerca quella parola su Google, nessuno arriverà mai da te, anche se tu fossi in prima pagina su Google
  • essere una parola chiave cercata e usata dal tuo target, altrimenti rischi di portare sul tuo sito persone non realmente interessate a quello che vendi/offri
  • essere una parola con meno concorrenza possibile, o non riuscirai mai ad arrivare in prima pagina e quindi ad attirare traffico
  • rispettare l’intento di ricerca dell’utente. Se il tuo articolo parla di vari modelli di borse, non puoi ottimizzarlo per la parola chiave “negozi di borse”, perché chi fa quella ricerca si aspetta di trovare nei risultati di ricerca i negozi che vendono borse, non un articolo che parla dei vari tipi di borse. Google lo sa, quindi il tuo articolo non arriverà mai in prima pagina perché non soddisfa l’intento di ricerca dell’utente, anche se sarà stato perfettamente ottimizzato per la parola chiave “negozi di borse” e quindi il semaforo di Yoast sarà verde.

Capisci bene che se la parola chiave che inserisci nel campo di Yoast SEO non rispetta queste regole, avere o non avere il semaforo verde conta poco: il tuo articolo non ti porterà mai traffico.

Serve per forza il semaforo verde?

Abbiamo visto che Yoast è “stupido” e quindi il semaforo verde non è una garanzia di buona ottimizzazione. Ma lo stesso vale per il semaforo rosso. Può infatti accadere che un articolo sia perfettamente ottimizzato anche se il semaforo è arancione o rosso.

Infatti, Yoast usa regole matematiche basilari per stabilire se l’articolo è ottimizzato. Per esempio, ti dice che l’articolo deve contenere come minimo tot parole, avere immagini rilevanti, avere link in uscita e altre indicazioni. Ma tutte queste cose, sebbene in linea di massima siano utili ai fini SEO, non sono indispensabili, e addirittura delle volte potrebbero anche essere controproducenti.

Perché? Ovviamente perché la SEO non è una scienza esatta, e cambia di continuo. Ma soprattutto, Yoast è una macchina e i lettori che decretano il successo o l’insuccesso di un articolo sono esseri umani. Sono loro che visitando spesso un articolo piuttosto che un altro diranno a Google qual è il migliore, quello che risponde meglio al loro bisogno, e Google ovviamente premierà quell’articolo.

Quindi ecco che un articolo che per esempio secondo Yoast è troppo breve e quindi ha il semaforo rosso, riesce invece a posizionarsi in prima pagina di Google, mentre uno che ha tutti i semafori verdi non arriva neanche in terza pagina: bocciato dalla macchina Yoast, è stato invece promosso dall’utente umano.

Ma il semaforo di Yoast SEO sbaglia anche per altri motivi molto più banali. Se nel campo della parola chiave hai messo la parola “bomboniere shabby chic”, ma poi non l’hai usata spesso, e al suo posto hai messo “bomboniera shabby chic”, “bomboniere shabby”, “bomboniera shabby”, “bomboniere in stile shabby chic”, cioè sinonimi e varianti di quella parola chiave, probabilmente il semaforo di Yoast SEO sarà arancione o addirittura rosso. In realtà, usando tutti i sinonimi e le varianti hai fatto un ottimo lavoro SEO, e quindi quell’articolo ha ottime probabilità di finire in prima pagina di Google, anche se il semaforo non è verde.

Vedi? Il semaforo è stupido, non capisce tutti questi ragionamenti che tu invece riesci e devi assolutamente fare, per ottimizzare davvero un articolo. Quindi, in conclusione, non fermarti al colore del semaforo, vai oltre, ragiona con la tua testa e usa il semaforo di Yoast solo come una traccia, non inseguire il verde a tutti i costi, così come non devi sentirti a posto solo perché il semaforo è verde.

Chiediti sempre se hai fatto tutto il possibile per rendere il tuo articolo utile e interessante per le persone, e se nel giro di qualche mese il tuo articolo non è ancora arrivato in prima pagina o non ti sta portando traffico, chiediti perché e cosa puoi fare per migliorarlo.

È così che si fa SEO, non basandosi sul colore di un semaforo 😉

Elena Galli

Mi occupo di web da molti anni, ma la SEO è la mia vera vocazione! Mi piace entrare "nella testa" di Google e degli utenti per aiutare le piccole attività a trovare nuovi clienti.

Sito | Facebook | Instagram | LinkedIn

2 thoughts on “Yoast SEO: il semaforo verde serve davvero?”

  1. Bell’articolo Elena,
    in effetti il semaforo di Yoast non dovrebbe essere preso in considerazione e credo che spesso la maggior parte degli errori siano proprio riconducibili al fatto che in molti lo reputanto più importante di ciò che è.
    Inoltre questo mese, ed esattamente il 2 luglio, sul loro blog ufficiale hanno rilasciato la dichiarazione secondo la quale il 2,5% di keyword density sia un parametro da tener presente per l’ottimizzazione.
    Esattamente scrivevano questo:”This is why a keyword density of 2.5% is a nice indication of natural, yet optimized text as well”.
    Sinceramente ci sono rimasto perchè se nel 2018 si continua a parlare di Keywords density, limite a 300 parole e semafori vari sia un “danno” in termini di comunicazione circa la materiale del SEO, dell’ottimizzazione OnPage e del Web Marketing in generale.
    Credo che alla base di tutto, quando si crea un contenuto occorrerebbe pensare principalmente al creare un contenuto che sia utile per l’utente e che risponda alle sue esigenze.
    Tutto il resto è noia 🙂

    Reply
  2. Hai proprio ragione, Fabio! Ormai più che ottimizzare per i motori di ricerca bisognerebbe pensare a ottimizzare per le persone 🙂 Chi capisce questo sarà sempre un passo avanti 🙂

    Reply

Leave a Comment