I tuoi quaderni sono pieni zeppi di nuove idee, apparentemente fantastiche.
Ma un’idea geniale non è garanzia di successo: un’idea appare e scompare, ci mette tempo a sedimentare e soprattutto ha bisogno di verifiche, tentativi, prove ed errori per superare l’entusiasmo iniziale e diventare una realtà. Che possibilmente funzioni.
La mappa mentale è uno strumento molto utile attraverso il quale prendere la tua idea, esploderla in tutti i suoi più piccoli particolari, se necessario farla a pezzi e analizzarla in dettaglio, per capire se si regge in piedi oppure no.
Ancora una volta, il mio consiglio è quello di utilizzare questo post come guida per esercitarti all’analisi di una delle tue idee.
Il necessario? Uno o più fogli di carta (va bene un formato A4 ma se ne hai uno più grande, ancora meglio), una biro e un po’ di matite e/o pennarelli colorati.
Ora, scegli un’idea.
Pronte? Partenza… Via!
Analisi di un’idea: la mappa mentale
Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a partire da alcune riflessioni sulle tecniche per prendere appunti.
Fonte: Wikipedia
Insoddisfatto del suo metodo di apprendimento basato sulla presa di appunti che seguiva una logica lineare, Tony Buzan decide di approfondire le sue conoscenze sul funzionamento del cervello umano e scopre che registrare note di testo, seguendo lo schema della scrittura lineare, si rivela inefficace dal punto di vista della memorizzazione.
Sviluppa e teorizza pertanto il modello della mappa mentale, una rappresentazione grafica del pensiero basata su associazioni.
Durante l’associazione, il nostro cervello mette in relazione due idee distinte in maniera inconscia e lo può fare secondo quattro diverse modalità:
- per coordinazione: elementi che appartengono ad una stessa categoria (es. rosso – blu)
- per subordinazione: la parola “stimolo” comprende l’associazione (es. fiore – rosa)
- per sovraordinazione: parto dal particolare per arrivare al concetto generale (es. appartamento – casa)
- per contrasto: l’associazione diverge rispetto allo stimolo (es. felice – triste).
Le associazioni vengono utilizzate in psicologia, in pubblicità e in alcuni esercizi di mnemotecnica per la loro straordinaria capacità di potenziare l’idea originale da cui esse stesse derivano.
Nel tuo caso, da un pensiero nato sotto la doccia, attraverso la tecnica dell’associazionismo e lo strumento della mappa mentale puoi sviluppare, praticamente in maniera illimitata, la tua idea per:
- arricchirla di nuove considerazioni;
- individuare alternative (magari ti accorgi che la prima idea non era poi così geniale);
- mettere a fuoco tutti i passi necessari a realizzarla;
- scoprire che non fa per te e abbandonarla a favore di un’altra.
Ecco perché la mappa mentale rappresenta uno strumento potentissimo in fase di progettazione, sia che tu faccia parte di un team, sia che tu sia sola a sviluppare il tuo lavoro (in questo caso, far esplodere l’idea e metterla al vaglio di tutte le associazioni possibili può davvero fare la differenza).
Come si disegna una mappa mentale: gli elementi chiave
Ho appositamente usato il verbo “disegnare” perché secondo Tony Buzan, ideatore del mind mapping, la scrittura e il disegno su carta favoriscono ancora di più il processo delle associazioni mentali.
Esistono tuttavia dei software per la creazione delle mappe mentali in forma digitale.
Io ti consiglio questi (ma ce ne sono moltissimi in rete, anche per mobile e tablet):
- Simple Mind Free, quello che uso io
- iMindMap, il sito ufficiale di Tony Buzan
Una volta individuato lo strumento che fa per te, inizia a disegnare la tua mappa mentale cominciando dall’idea-stimolo al centro del foglio.
A partire da questa, sviluppa le libere associazioni a raggiera, partendo da destra e muovendoti verso sinistra. Dall’idea centrale, segui il flusso dei tuoi pensieri e individua le idee di primo livello, ovvero quelle che nascono per prime dallo stimolo centrale: a partire da queste puoi ulteriormente sviluppare i concetti scendendo sempre più nel dettaglio con rami di secondo, terzo livello e così via.
Utilizza immagini, simboli e colori che rendano la mappa mentale non solo un esercizio piacevole e divertente da fare, ma aumentino la tua capacità di memorizzazione e focalizzazione sui concetti chiave.
Io per esempio ho utilizzato questa tecnica nella prima fase di progettazione del mio sito, individuando non solo le diverse aree e pagine ma anche i diversi step che avrei dovuto compiere per realizzarlo.
A distanza di anni, se riguardo quella prima mappa mentale, mi accorgo che molti concetti si sono tramutati in realtà ma anche che molti “rami” sono stati tagliati.
Sì perché la mappa mentale è uno strumento molto utile all’inizio, per sviluppare al massimo la tua idea prima di entrare in azione: quando arriva il momento di metterla in pratica, però, sarà utile affidarti a un pizzico di organizzazione in più.
E dalla creatività, passare all’economia.
Ora devi scegliere: la regola dell’80/20
La regola dell’80/20, conosciuta anche come principio di Pareto, dal nome dell’economista italiano Vilfredo Pareto che l’ha teorizzata nel 1897, stabilisce che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti.
È un principio che nasce in ambito economico (solo il 20% della popolazione detiene l’80% della ricchezza mondiale) ma può essere applicato praticamente in ogni ambito della nostra vita, persino all’interno del nostro armadio: è vero o no che l’80% delle volte mettiamo sempre gli stessi vestiti?! 😉
Ecco allora che dopo aver esploso la tua idea in tante libere associazioni è arrivato il momento di chiederti quali tra tutti questi elementi genererà il massimo del valore rispetto al progetto che intendi realizzare?
Prendi per esempio le fasi, i diversi passaggi realizzativi per mettere in pratica un’idea creativa: quali sono quei pochi passi (ricorda, indicativamente il 20%) che se portati a termine permetteranno alla tua idea di camminare con le proprie gambe e ti daranno la possibilità di valutare subito se davvero funziona?
Rispondendo alla domanda, sarà possibile per te realizzare concretamente la tua idea (magari in una versione test, non ancora perfetta, ma comunque in grado di reggersi da sola) riducendo il tuo dispendio di tempo, energie e denaro, concentrando le tue risorse unicamente nel 20% che genera valore.
Sarai in grado di avere, in meno tempo, un riscontro dai tuoi clienti e/o dai tuoi follower se quello che intendi proporre è davvero quello che loro stanno cercando.
Se poi ti accorgi che qualcosa non va, avrai comunque aumentato la tua consapevolezza rispetto a ciò che funziona e cosa no e avrai imparato un’importante lezione sul tuo business.
E se la tua idea non era così geniale come pensavi all’inizio… Bè, nei hai altre mille nel cassetto con cui fare un nuovo esperimento!
Buon lavoro!