In questo articolo ti spieghiamo come gestire il rifacimento del tuo sito senza perdere traffico e danneggiare la tua attività, tenendo conto della SEO e dei tuoi lettori.
Disastri evitabili
Il momento in cui si rifà un sito è davvero delicatissimo: tantissimi professionisti, blogger e aziende rifanno il proprio sito senza questa consapevolezza. Così, perdono buona parte del proprio traffico e ne subiscono le conseguenze per anni.
In che senso? Devo specificare innanzitutto che parliamo di siti con un certo traffico, quello che basta per influenzare l’andamento di un’attività. Quindi ad esempio: un blog con un buon numero di visite che, anche se ancora non monetizza, dovrà farlo in futuro; un e-commerce che vende; il sito di un professionista che riceve tante richieste di clienti direttamente dal web.
Un sito è fatto di URL, cioè di indirizzi, quindi del tipo www.miosito.it, www.miosito.it/contatti/, www.miosito.it/tag/uncinetto/, www.miosito.it/come-fare-la-maglia/ e così via. In sintesi, se rifacendo il sito cambi questi URL – senza prendere contromisure – tutto il traffico che questi URL ricevevano dai motori di ricerca o perché erano pubblicati su altri siti crollerà. D’improvviso e a picco.
In un colpo si possono perdere: il posizionamento su Google delle singole pagine, l’autorevolezza del sito vecchio (ottenuta grazie ai link che quel sito aveva), l’utilità dei link che avevamo su altri siti. In una parola, perderai tantissimo traffico, in allegria. Ti resteranno solo il traffico diretto e quello dai social.
Incappano in questo errore anche multinazionali, guru del marketing e piccole aziende che vivono grazie al proprio sito. E dopo il crollo del fatturato, corrono a cercare un SEO specialist, ma spesso è troppo tardi: il lavoro va fatto prima di rifare il sito, necessariamente.
Che significa rifare un sito? I vari casi
Il rifacimento di un sito ad ogni modo può avvenire in diversi modi: vediamo quali.
Casi in cui è necessario intervenire per non perdere traffico
- Nuovo sito con cambio di dominio (per esempio da www.miosito.it a www.miositonuovo.it) e stessa struttura
- Nuovo sito con cambio di dominio e nuova struttura
- Nuovo sito con stesso dominio e nuova struttura (resto su www.miosito.it)
- Nuovo sito con solo cambio di URL, con stessa struttura e dominio
Casi in cui non è necessario intervenire
- Rifacimento grafico e/o dei testi, senza cambi di dominio, di struttura e URL
- Sito nuovo su dominio nuovo dedicato ad un’attività completamente diversa (consiglio di analizzare questo scenario con attenzione)
Gli errori più comuni
Spesso, anche se si rifà il proprio sito con un bravissimo web designer, il disastro avviene lo stesso. Basta infatti che il web designer non si occupi di SEO o non abbia un SEO specialist nel team e probabilmente rifarà il sito senza salvare nulla, facendoti perdere tutto il traffico. Lo farà in buona fede, ma i risultati non saranno meno tragici. Vediamo quindi gli errori più comuni.
- Cancellare il vecchio sito e dimenticarsene. Certo possiamo farlo, ma il traffico crollerà.
- Non reindirizzare affatto gli URL. Progettando il sito nuovo, bisogna stabilire una corrispondenza univoca tra ogni URL vecchio e un URL nuovo. Vedremo più avanti come e quali eccezioni possiamo fare.
- Reindirizzare tutto in blocco, ad esempio da www.miosito.it a www.miositonuovo.it. Assolutamente non va bene. Perché il lettore dell’articolo www.miosito.it/come-fare-la-maglia/ dovrebbe finire sulla home del sito nuovo? Questo non piace a Google né ai lettori.
- Importare tutti i contenuti vecchi sul sito nuovo e lasciare due siti in piedi. Cioè importare i contenuti di www.miosito.it su www.miositonuovo.it e lasciare in vita entrambi i domini. Così, avremo due siti con contenuti duplicati, ma il primo – perché più anziano e autorevole – resterà posizionato meglio per anni, oscurando l’altro.
- Scrivere sul vecchio sito “Mi trovi su www.miositonuovo.it”. No, non si fa. Bisogna reindirizzare, non avvisare. Il web è ormai un luogo maturo e lasciare un cartello quando invece si può e si deve reindirizzare semplicemente non si fa. Il cartello è scomodo per il lettori e inutile per i motori di ricerca.
Come gestire bene il rifacimento del sito
Visti gli errori da evitare, vediamo anche come evitare il disastro passo dopo passo. Alcuni passaggi sono molto tecnici, ma quelli concettuali puoi seguirli con facilità qualunque sia il tuo livello di preparazione su questo argomento.
1. Annota tutti gli URL e i title
Usando uno strumento di crawling come Screaming Frog, oppure navigando la sitemap del tuo sito (spesso la trovi digitando www.miosito.it/sitemap.xml) o, ancora, manualmente, devi annotare su un Excel tutti gli URL e i title del tuo sito. Qui ti do uno schema d’esempio, con gli URL e i title estratti da un sito.
Gli URL servono perché sono proprio quelli che dovrai reindirizzare.
I title invece sono l’elemento SEO più importante per una pagina: le tue pagine potrebbero quindi essere posizionate su Google e quindi ricevere traffico proprio per via del title. Magari si tratta di un title ben scritto che hai creato per caso oppure del title che ti ha creato il tuo SEO specialist, con cui non lavori più da tempo.
Devi quindi analizzare questi title e capirne il valore ed eventualmente riportarli nelle pagine nuove corrispondenti. In questa fase, oltre al title devi analizzare il contenuto di ogni pagina nel suo complesso, valutando se è necessario, per la SEO e per i lettori, riportarlo interamente nel nuovo sito, riscriverlo, arricchirlo o ancora eliminarlo.
Quest’operazione – non tecnicamente ma concettualmente – può essere parecchio difficile se non sei un SEO specialist di mestiere, quindi ti consiglio di concentrarti solo sui title delle pagine che ricevono più visite da Google (vedi il consiglio successivo).
2. Segna le pagine che ricevono più visite da Google
Vai su Google Analytics e seleziona Acquisizione > Tutto il traffico > Canali > Organic Search. Poi, proprio sotto il grafico, seleziona “Pagina di destinazione”.
Otterrai così l’elenco delle pagine dalle quali i lettori accedono al tuo sito attraverso i motori di ricerca. Clicca poi su Esporta > Fogli Google (o Excel) ed otterrai un elenco in Excel delle pagine di destinazione. Annotale, perché se il tuo sito è molto grande capirai le pagine più preziose da preservare.
Spesso queste pagine saranno pagine che non ti aspettavi: un articolo secondario del blog, una pagina tag che non sapevi nemmeno di avere.
3. Guarda quali pagine sono linkate
Vai sullo strumento SEO Majestic, apri un account gratuito e analizza il tuo profilo link. Scopri cioè quanti e quali link il tuo sito riceve da altri siti. In particolare, vai su Backlinks e guarda quali pagine sono linkate esattamente.
Ancora una volta, se il tuo sito è piccolo puoi saltare questo passaggio e reindirizzare tutto semplicemente. In alternativa, è importante controllare: le pagine che ricevono link esterni sono preziose agli occhi di Google e dovrai preservarne il valore.
4. Abbina pagine vecchie e pagine nuove
Prendi in mano il file Excel che hai creato nel primo punto e scrivi accanto ad ogni URL del vecchio sito, l’URL nuovo corrispondente.
Ad esempio segnerai www.nuovomiosito.it/come-fare-la-maglia/ accanto a www.miosito.it/come-fare-la-maglia/ se si tratta proprio dello stesso post con nuovo URL.
In alternativa, se hai cancellato quel post (o pagina o pagina tag o pagina di categoria), puoi mettere accanto l’URL della pagina (o post, ecc.) di contenuto più affine.
Se invece quella pagina non ha corrispondenza nel sito nuovo (l’argomento è stato rimosso del tutto), riceveva poche visite e non aveva link esterni di valore, puoi appuntarti di non reindirizzarla. La pagina dovrà quindi dare errore 410.
5. Reindirizza
Devi reindirizzare i vecchi URL a quelli nuovi ad ogni costo, a meno che appunto alcune pagine non siano del tutto obsolete.
Reindirizzare significa inviare, in automatico, da un URL ad un altro. Se c’è un reindirizzamento da www.miosito.it/viva-i-calzini/ a www.mionuovosito.it/viva-i-calzini/, digitando www.miosito.it/viva-i-calzini/ finisci in automatico su www.mionuovosito.it/viva-i-calzini/.
Come si reindirizza? A seconda di com’è fatto il tuo sito, dovrai reindirizzare in modo diverso.
Il reindirizzamento più comune è il Redirect 301.
Per i siti in WordPress e più in generale per i siti che girano su hosting Linux, puoi fare questi reindirizzamenti scrivendo delle righe nel file .htaccess (il metodo che ti consiglio). Nel caso di WordPress, puoi anche usare in alternativa il plugin Redirection.
Se il tuo sito ha altre caratteristiche, potrai dover applicare invece i Redirect 301 in modo diverso.
Se parti da Blogger – e in altri casi – potrai dover usare invece il Meta Refresh.
A volte – ad esempio se sei su una piattaforma non proprietaria come Big Cartel e non stavi usando un tuo dominio – dovrai addirittura utilizzare inizialmente il tag canonical, passando da www.negozio.bigcartel.com a www.negozio.com. Una volta trasportato il sito sul tuo dominio, potrai invece gestire i reindirizzamenti in libertà.
Fino a pochi mesi fa, lato SEO, il Redirect 301 era il più potente. Via via Google inizia a riconoscere tutti i reindirizzamenti come altrettanto validi (o quasi).
Ad ogni modo, ti sconsiglio di fare i reindirizzamenti da sola se sono tanti o complessi, o anche semplicemente se non ti senti sicura.
Devi però sapere che vanno fatti e magari chiedere al tuo web designer – rigorosamente prima di iniziare il lavoro di rifacimento del sito – se è in grado di gestirli e se può metterti questa voce in preventivo.
6. Aggiorna i tuoi dati in giro per il web
Infine, ricordati di aggiornare l’indirizzo del tuo sito e il nome della tua attività (se l’hai cambiato) in tutti i luoghi del web in cui eri presente: ad esempio quel blog di wedding planner, la tua scheda sul sito che raccoglie gli psicologi della tua città, la tua biografia in quel giornale online in cui scrivi sempre.
Se hai fatto bene i reindirizzamenti non è urgentissimo (utenti e motori di ricerca verranno reindirizzati in automatico), ma ti consiglio comunque di farlo appena possibile.