Newsletter: con che strumento mandarla?

Le newsletter che funzionano sono tali perché sanno raggiungere le persone giuste, interessate a quello che contengono, che i contenuti siano storie, coupon, raccolte di link interessanti e molto altro. Se il lavoro di studio delle persone che la riceveranno, la strategia e l’impostazione dei contenuti è fatto bene, parte delle risposte arriveranno da sole e la strada da percorrere sarà più chiara e meno accidentata.

Tra le tante cose a cui pensare c’è anche da decidere come mandare la newsletter, cioè quale programma per newsletter scegliere, abbandonando l’idea di spedirla come una mail normale, vanificando in un colpo solo tutto il lavoro fatto, e abbracciando l’idea di scegliere e imparare a usare uno strumento pensato solo per fare questo: aiutarti a fare email marketing nel modo migliore.

La newsletter di C+B quotidiana e del sabato è creata e gestita con MailChimp, di certo uno dei sistemi più conosciuti e apprezzati per tanti buoni motivi e in grado di soddisfare sia chi cerca il minimo indispensabile, sia chi ha esigenze anche molto complesse, compresa tu che magari inizi la tua avventura nel mondo dell’email marketing con pochi iscritti ma sei determinata a far crescere la tua lista.

MailChimp ha il grosso vantaggio di avere un piano free e di diventare a pagamento quando le cose si fanno molto serie, cioè dopo i 2000 iscritti e 12.000 invii mensili, e può dunque essere lo strumento che si sceglie una volta e non si abbandona più.

Ma oltre a MailChimp c’è tutto un mondo di alternative e qualsiasi sia quello che deciderai di usare, ecco le caratteristiche di base che lo strumento che scegli deve avere.

Essere affidabile

Scegli un servizio noto e informati sulla sua reputazione. C’è un motivo per cui senti circolare molto alcuni nomi come MailChimp o Aweber o l’italiano MailUp, ma se per qualsiasi esigenza specifica sei orientata a non usare nemmeno uno dei soliti noti, allora fai attenzione per prima cosa a come trattano i dati (non si scherza con i dati personali e con la privacy): se hai dubbi, contatta l’assistenza per chiedere spiegazioni e valuta anche rapidità e qualità delle risposte.

Avere un editor visuale (meglio se facile da usare)

A meno che tu non lo faccia per mestiere o possa permetterti il coinvolgimento di un professionista che studi e inventi un template tutto tuo, la piattaforma che decidi di usare deve metterti in grado di preparare newsletter che siano almeno:

  • Personalizzabili
  • Gradevoli all’occhio
  • Leggibili da device diversi

Lasciarti libera di programmare gli invii

Non devi essere sempre presente al momento della spedizione, anzi. Programmare è utile e spesso l’idea di poterlo fare aiuta a organizzare il lavoro, a pensare in prospettiva e a sentire meno la tensione e “l’obbligo” di mandare la newsletter: la scrivi con calma quando hai tempo e modo di farlo, la programmi e torni per valutare i risultati.

Darti dei dati per valutare i risultati delle tue newsletter

A proposito di tornare a valutare gli effetti del tuo email marketing: non c’è ragione di imbarcarsi in un lavoro come questo se poi non puoi sapere se stai raggiungendo i tuoi obiettivi. Alcune cose che proprio non puoi ignorare:

  • Come sta la tua lista e quanti indirizzi email sono davvero attivi e ricevono le tue comunicazioni e a quali invece non riesci a consegnare i tuoi messaggi
  • Quante persone e quali persone hanno aperto le tue email, e da dove: quasi tutti da mobile, per esempio? Questo potrebbe guidarti a ripensare i tuoi template e i tuoi testi proprio per agevolare al massimo la lettura dallo smartphone
  • Cosa ne hanno fatto, dove hanno cliccato
  • Chi ha lasciato la tua lista o, meglio, quante persone la lasciano, e cercare di capire cosa succede e se e quando è il caso di allarmarti. Capita sempre e non va preso sul personale, sembra paradossale ma le disiscrizioni non sono sempre e comunque un segno negativo: se qualcuno non prova interesse per quello che fai è meglio che lasci la tua lista e non che rimanga iscritto ma magari senza aprire mai una mail. Se invece ti capita un buon numero di persone che non si disiscrive ma non apre mai le email, allora devi poter passare tu all’azione. Il che ci porta al punto successivo.

Darti la possibilità di segmentare la tua lista

Un esempio è proprio la creazione di un segmento che si alimenta in maniera automatica e raccoglie chi non apre le tue email da un numero di invii che stabilisci tu: a un certo punto potrai disporre di questi indirizzi per eliminare gli iscritti inattivi o per inviare una comunicazione riservata e che mira al “risveglio” dei dormienti.

La segmentazione è un mondo affascinante e di grande utilità, da studiare per usare i dati che i tuoi iscritti ti hanno messo a disposizione e che ricavi studiando il loro comportamento (un esempio è proprio quello descritto nel paragrafo precedente): se ora la tua lista è piccola e hai l’impressione che sia troppo per te, ragiona in prospettiva e scegli uno strumento che al momento giusto ti dia questa possibilità.

Farti gestire in modo fluido le iscrizioni e le disiscrizioni

Preparare dei moduli di iscrizione e integrarli per esempio con il tuo sito non dovrebbe essere lavoro da specialisti e uno strumento che funziona come si deve ti mette tutto a disposizione, lasciandoti libera di fare le personalizzazioni di cui hai bisogno.

Quanto alle disiscrizioni, non bisognerebbe nemmeno ricordarlo ma le persone devono poter andarsene dalla tua lista quando lo desiderano e nel giro di un paio di click: l’indicazione deve sempre essere presente in ogni tua comunicazione e un sistema di gestione e invio delle newsletter degno di questo di nome non mancherà di fornirti istruzioni e strumenti chiari per farlo (MailChimp lo inserisce automaticamente anche se tenti di toglierlo).

4 thoughts on “Newsletter: con che strumento mandarla?”

  1. ciao, c’è un piccolo grosso problema da risolvere nel caso di mailchimp e sicuramente ne sai piu di me: il folder promozioni. se i tuoi utenti hanno per esempio una posta yahoo o libero non c’è problema riceveranno la tua mail benissimo. se invece hanno una gmail la tua email arriverà nel folder promozioni e probabilmente non la vedranno mai. a meno che non decidano di trascinare quell’email nell’inbox allora gli arriverà sempre li. io dal 74% sono scesa al 32% da quando google ha inserito questa simpatica “protezione” per i suoi utenti. che mi dici a questo proposito? qualche dritta? grazie molte, pare che nessuno mi sappia dire nulla in proposito

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  2. Ciao Sabrina e scusami il ritardo nella risposta. La tua è una domanda che si sente spesso e anche giustificata, in parte.

    Vorrei chiederti per prima cosa se quel 74% era la media costante delle tue aperture, dopo quante newsletter, quando hai notato quel calo brusco e cosa è successo dopo: sei rimasta a quella media, è cambiato qualcosa?

    In ogni caso, quel che si può fare è provare a educare chi ti legge, in modi diversi e seguendo il tuo stile: la nl di Minimarketing per esempio combatte lo Spam con la frase sempre ben visibile in ogni newsletter “Ah, Gmail mi odia, se non vuoi che finisca in spam, mettimi nella tua lista contatti” e lo stesso potresti fare spiegando in posti diversi che i tuoi lettori dovrebbero spostare la mail dal tab promozioni a Principale per essere sicuri di non perdersi le tue newsletter.
    Lo puoi fare per esempio al momento dell’iscrizione, inserendo la spiegazione nella email che conferma l’iscrizione avvenuta, e poi ricordarlo nelle singole newsletter.

    Un’altra cosa, se usi i canali social, è annunciare la spedizione della newsletter poco prima di mandarla, così chi la vuole leggere andrà a cercarla, e magari anche lì suggerire di tirarla via dal tab promozioni.

    Sono due consigli generici perché la formula magica non c’è, sicuramente tu che hai un quadro complessivo del tuo email marketing puoi approfondire e controllare per esempio la frequenza delle tue spedizioni.

    Spero di esserti stata di aiuto 🙂

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    • grazie per i consigli Daniela, in parte sono cose che ho già provato, forse devo continuare a farlo e con più convinzione, ma a quanto pare la media per ora è rimasta li dov’è. a presto

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      • Ciao Sabrina,

        scusami, non so da quanto tempo e con che frequenza spedisci le newsletter ma ti consiglio anche di controllare quante persone non la aprono: qui su C+B c’è un pezzo interessante di Enrica che parla proprio di come costruire un segmento in base a parametri che puoi conoscere solo tu e poi decidere cosa farne, eliminare o riprovare a contattarli. È questo: https://cpiub.com/2015/05/eliminare-gli-iscritti-inattivi-di-una-newsletter/

        È un’azione che all’inizio sgomenta (“ma come, li butto fuori io?”), ma anche tenersi i meno affezionati ha poco senso e bilanciare correttamente il rapporto ti restituisce un OR più sensato, ovviamente il tutto inserito in una valutazione della tua strategia.

        A presto!

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