Le donne fanno ohhh

Questo articolo nasce dalla volontà di uscire dalla mia comfort zone: oggi, per la prima volta, su C+B si parla di sesso e di sex toys. Siccome siamo la casa+bottega delle imprenditrici creative, si parla anche di una donna e della sua inusuale attività imprenditoriale. Non so come sei messa tu, amica: disinibita? sperimentatrice? bacchettona? imbarazzatissima? Qualsiasi sentimento tu provi in questo momento per il tema, ti invito a uscire insieme a me dalla tua comfort zone e continuare a leggere!

Sdoganare l’erotismo

Quando sono venuta a conoscenza di “Ohhh Sex Toys“, ho pensato che a quarantun anni era arrivato il momento di farsi passare l’imbarazzo, legato al sesso e a una percezione dei sex toys come una roba che si compra nei vicoli un po’ bui delle zone di fianco alla stazione.

In realtà, già lo sapevo che non era così: qualche anno fa una mia cliente aveva partecipato a un concorso indetto da Lelo, una casa produttrice di sex toys di design, dove la giuria era composta da architetti, designer e una regista donna di porno per donne.

Poi è arrivato Cinquanta sfumature di grigio, che ha definitivamente sdoganato l’idea di erotismo mainstream: vedere donne leggere in pubblico un romanzo mal scritto, ma che comunque non lesina sulla descrizione del sesso, mi è sembrato un gran bel passo avanti per la nostra emancipazione.

Un vibratore per togliersi l’imbarazzo

Nonostante tutte queste rassicurazioni, non ho mai preso l’iniziativa di comprare un sex toy, bloccata dalla bruttezza dei siti di sexy shop trovati su Google (anche cercando “sexy shop per donne”) e anche dalla paura di essere colta in flagrante (“Buongiorno, sono il corriere, c’è qui un pacco da Sesso, porno e sex toys per la signora Marano”).

Il destino, sotto forma di link su Facebook, mi ha fatto trovare questo post sul blog di Ohhh e ho capito che da lì iniziava la strada che mi avrebbe portata a liberarmi dai miei tabù: ho scritto a Elena, le ho proposto di fare un articolo dal punto di vista di una novizia del vibratore e mentre c’ero le ho anche chiesto di rispondere a qualche domanda, da imprenditrice creativa quale lei è!

Dopo qualche giorno, con consegna veloce e discreta, come promesso, è arrivato Zini Roae.

L’apertura del pacco si meritava un video di unboxing su YouTube, ma ero agitatissima e non ci ho pensato: però ho fatto delle foto per documentare l’eleganza e la professionalità di tutto, dal packaging esterno, a quello interno, alla regolare fattura, al prodotto stesso, che, amica, te lo dico, potrebbe essere un soprammobile scandinavo da mettere sulla consolle vintage del salotto!

Le donne fanno ohhh con Zini Roea

Insomma tutto bello, davvero, assolutamente non volgare e molto rassicurante, anche nelle istruzioni, scientifiche e non sordide.

Ma ora che ci faccio?

Faccio quello che ho sempre fatto quando sono in dubbio nella mia vita: chiedo alle amiche e scopro che alla fine la bacchettona ero praticamente solo io 🙂 Approfittando di una cena a casa mia, ho tirato fuori lo Zini e tutte si sono lanciate in disquisizioni, da molto tecniche a molto goliardiche, come è giusto che sia trattandosi di giochi! Il verdetto della commissione scientifica è:

bellissimo, fatto di un materiale pazzesco, davvero elegante, forma ottimale per raggiungere tutte le zone erogene, conosciute e sconosciute, ha un sacco di programmi da esplorare, va benissimo anche per massaggiarsi la cervicale. Giuro.

Confortata dalle amiche, ho preparato l’attrezzo come da istruzioni (disinfettato, ricoperto con preservativo e lubrificato) e ho iniziato a sperimentare. Però prima di dirti come è andata ti presento Elena.

L’intervista ad Elena, la fondatrice di Ohhh

Come ti è venuto in mente di aprire un’attività imprenditoriale legata al sesso?

In un certo senso è stata colpa di Enrico, il mio compagno e ora anche socio. Qualche tempo fa ha comprato un dildo (enorme) in un negozio on-line per farmi un “regalo”. Era convinto che mi avrebbe intrigato usarlo in sua assenza, e ci è rimasto malissimo quando gli ho fatto notare che non mi stuzzicava nessuna fantasia, anzi, lo trovavo spropositato, brutto, volgare e utilizzabile al massimo come batticarne.

Invece di rassegnarsi, ha continuato a comprare sexy toys da negozi differenti, fino a quando gli ho fatto notare che erano tutti oggetti che forse solleticavano le sue fantasie maschili ma non di certo le mie: giochi per donne ma pensati, prodotti e venduti da uomini.

Dubito che abbia compreso in pieno quello che intendevo, comunque anche lui doveva ammetterlo: era rimasto molto deluso una volta toccato con mano (letteralmente) ciò che aveva comprato. Prodotti grossolani, mal confezionati, istruzioni assenti e materiali veramente pessimi: ne aveva lasciati due in auto, al sole, e alla sera, aprendo la scatola, li abbiamo trovati fusi tra loro!

Qualche mese dopo, a cena, mi lamentavo della noia del mio lavoro da impiegata e, forse complice un buon Franciacorta, ho iniziato a sparare idee del tipo: “Apriamo una tigelleria in Messico (siamo modenesi e la piada la lasciamo ai romagnoli) oppure apriamo un negozio di abbigliamento vintage!”. Lui ha rilanciato: “Apri un sexy shop on-line pensato da una donna per le donne”. E cosi è stato.

Come ti senti come donna in un’industria che viene identificata come poco femminile e femminista?

Mi sento una pioniera (almeno in Italia). Lo dico con orgoglio, senza ipocrisia. Non mi definisco una femminista ma questo settore è dominato da uomini che poco sanno della sessualità delle donne. Ad inizio ottobre sono stata ad Erofame ad Hannover, il principale appuntamento europeo del settore: gran parte dei prodotti sono veramente trash; pochi produttori fanno attenzione ai materiali utilizzati e alla salute dei loro clienti, alle informazioni, alle norme a tutela dei consumatori.

E poi mi ha fatto ridere vedere quanto ancora gli uomini siano succubi delle dimensioni: ho visto cose che mai mi verrebbe in mente di utilizzare per il mio piacere. Sono tornata ancora più orgogliosa della selezione che sto facendo sugli articoli che vendiamo. Innanzitutto parto dalla qualità e sicurezza dei materiali: se un produttore non mi certifica che non utilizza ftalati, passo oltre. Poi certo devono piacermi, essere belli, curiosi o anche… un pizzico peccaminosi.

Controllo se funzionano con batterie al litio, se sono coperti da garanzia, se hanno la ricarica tramite usb. Ma soprattutto non devono promettere orgasmi a raffica: stiamo parlando di giochi, orsù! Voglio fantasia, divertimento, ironia (e tanta sicurezza!).

Come concili il tuo essere madre di famiglia di quattro figli e il magazzino con i dildo? 🙂

Beh, anche prima di aprire questa attività abbiamo sempre cercato di lasciare il lavoro in ufficio. Poi il nostro sito è tutto tranne che pornografico e volgare; i nostri collaboratori sono tutti professionisti che non provengono da questo settore e che hanno apprezzato l’idea di parlare di sessualità senza tabù ma con serietà e eleganza.

Con i miei clienti sento il dovere morale di essere sincera: provo con Enrico, o da sola, tutti i prodotti che vendiamo. Ma questo lo facciamo nel segreto della nostra camera da letto…

Insomma come è andata con Zini?

Confesso, all’inizio ero così impacciata che più che ohhh ho fatto bohhh. Però la pratica serve a perfezionarsi, in tutto, mica solo nel lavoro: Zini sta nel mio comodino in attesa dell’ispirazione al gioco e sono così contenta di aver trovato un negozio davvero per le donne che ho appena fatto un ordine, approfittando dello sconto per chi si iscrive alla newsletter.

Quindi amica, noi qui ti consigliamo sempre cose nuove da provare per il tuo lavoro, chi ti vieta di fare esperimenti anche nella sfera privata? Buon divertimento!

Francesca Marano

Founder di C+B. Aiuto le sviluppatrici e gli sviluppatori a creare l’open web. Director of Engineering di XWP. In passato ho lavorato da Yoast, SiteGround e come freelance. Ho guidato due release di WordPress.org, 5.3, “Kirk” e 5.4, “Adderley“. Per intenderci, il software alla base di oltre il 40% del web. Insomma, sono brava in quello che faccio, ma resto approachable, come si dice in inglese. C+B è il mio "progetto di una vita", è nato per aiutare, divulgare e condividere, perché penso si debba essere generosi con le proprie competenze.

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65 thoughts on “Le donne fanno ohhh”

  1. vi seguo da diverso tempo e mi piace molto il vostro stile. questo post anche se sponsorizzato è davvero di basso livello. lasciatevelo dire da una vostra fan affezionata. si poteva anche dire di no. e fare magari un corso in più.

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    • Ciao Paola,
      mi spiace che la pensi così: non capisco cosa ci sia di basso livello nel raccontare l’impresa di una donna che si è messa in proprio.
      Comunque sono stata io a sollecitare Elena e ohhh per fare un post su C+B: credo fermamente che l’emancipazione femminile passi ANCHE dalla libera decisione delle proprie pratiche sessuali.
      Buona giornata
      Francesca

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      • ciao Francesca, sai cosa non mi è piaciuto. Il fatto che non racconta nulla. Non un dettaglio che possa essere usato da spunto per qualcuna di noi per la sua attività. E’ pura pubblicità. Bastava un banner. L’emancipazione sessuale qui mi pare non c’entri nulla. Non mi scandalizzo del vibratore. Lo dico con affetto perché questo sito lo visito tutti i giorni e trovo sempre degli spunti interessanti. Proprio ieri ho scarico una app to do list- calendario seguendo il vostro consiglio. Qui che spunto date? Secondo me nessuno. Non è la linea editoriale del vostro sito questa. Scusa lo sfogo.

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        • Cara Paola, se non ti spiace colgo l’occasione per risponderti visto che hai fatto una domanda riguardante la linea editoriale del nostro sito di cui sono una redattrice che tiene molto a queste cose. Sia chiaro che non lo faccio per difendere Francesca (perché se fossi stata d’accordo con te non avrei argomenti per risponderti), né la scelta del post sponsorizzato (perché mi auguro non ci sia bisogno di spiegarvi, dopo tutti questi mesi, che C+B non esisterebbe se non ci fossero anche gli sponsor, visto che no, un corso in più non sarebbe sufficiente dato che li facciamo a poco più della copertura dei costi proprio per venire incontro alle esigenze di quante più lettrici possibili). Lo faccio perché ho appoggiato fin da subito la scelta di Francesca di decidere questa forma.
          Sia chiaro, magari gli spunti di cui ti parlerò non saranno utili a tutte le lettrici. Ma nessuno dei nostri post è mai UNIVERSALE, per questo siamo in tante a scrivere e parliamo di argomenti diversi, perché ciascuna di voi ha esigenze diverse che trovano soddisfazione in informazioni diverse.

          Questo post, secondo noi, offre tre spunti molto utili alle donne che lavorano in proprio:
          1. il miglior modo per partorire un’idea imprenditoriale che funziona è chiedersi cosa manca sul mercato, quale esigenza rimane senza risposta, e proporre una soluzione che prima non c’era. Insomma, non guardarsi l’ombelico e chiedersi ‘cosa mi piace fare?’, produrlo senza aver ascoltato il mercato, e poi rimanerci male se non si riesce a vendere.
          2. anche in un paese in cui le donne lavorano gratis per due mesi, è possibile per una donna farsi strada in un settore tutto al maschile e farsi attrice del cambiamento, invece che vittima o oggetto delle decisioni altrui. Sappiamo quante si scoraggiano di fronte al soffitto di cristallo e non ci piace piangerci addosso, per questo invece vogliamo offrirvi esempi positivi e dar loro risalto. C+B fin dagli inizi ha offerto visibilità ad imprese che ci parevano particolarmente interessanti e/o meritevoli. Era un po’ che non facevamo un’intervista ed era tempo di farlo.
          3. non meno importante, ma fondamentale per capire perché abbiamo scelto di scrivere un post e non di mettere un ‘bannerino’ e via. C+B esiste per celebrarVI. Per ricordarvi che ci vuole coraggio per fare impresa al femminile, ma che questo coraggio si può trovare anche quando ne serve tantissimo. Questo post è stato per noi un inno a questo coraggio di fare impresa e al coraggio di farlo PER NOI. Non per ricevere l’approvazione di qualcuno, per conciliare maternità e lavoro, per fare di necessità virtù. Fare impresa per celebrare le nostre idee e la nostra sete di esperienze. Anche sessuali, sì, grazie.

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          • Grazie della risposta Barbara, ma non mi hai convinto. Continuo ad amare il vostro sito e mi piace molto il vostro tocco magico nel mettere sapore ad ogni pezzo della giornata lavorativa sia a casa che in bottega. Ma secondo me state cercando di mettere del valore aggiunto ad un post che secondo me non c’è l’ha. Serve a pagare l’hosting. Ok ci sto. Però altro sinceramente non lo vedo. Con stima comunque vi seguo e vi chiedo di accettare le critiche, costruttive, senza per forza arroccarsi. Emanciparsi vuol dire anche ammettere a volte che si è fatto perchè conveniva economicamente. Punto. 😉

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            • Paola, ma il problema è proprio che questo post NON l’abbiamo fatto perché conveniva economicamente.
              Potrai non cogliere gli altri spunti, ma ti prego di credere alla buona fede della mia analisi, che non ha l’obiettivo di arrampicarsi sugli specchi ma di enunciare un po’ meglio lo spirito con cui è VERAMENTE nato questo post. Per fare informazione corretta anche per tutte le altre lettrici.
              Noi accettiamo le critiche, soprattutto quelle costruttive.
              Quello che io personalmente faccio fatica ad accettare, a titolo personale, è che, di fronte a persone che segui da tanti mesi e quindi delle quali avrai imparato a conoscere l’onestà intellettuale, tu possa pensare che ci spendiamo a difendere la nostra posizione per insincerità. Che tu non possa credere che dietro la scelta di prendere i soldi da Ohhh invece che da altri (perché ogni sponsor è scelto con cura) ci sia stata una grande consapevolezza anche dell’utilità che avrebbe avuto parlarne.
              Insomma, più che una critica costruttiva questo ultimo tuo commento è un po’ darci delle bugiarde vendute. Anche no.

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            • Guarda Paola, io non ho MAI problemi a dire che scambio prestazioni per denaro. È quello che fanno tutte le professioniste. Tant’è che tutti i post sponsorizzati, con prove di merce o con soldi, vengono sempre segnalati chiaramente.

              Ma siccome sono una professionista, i soldi non li prendo da tutti quelli che vogliono darmeli, sono più i no che dico che i sì: Ohhh l’ho voluto fortemente su C+B perché è una bella storia imprenditoriale di una donna. Che ha 4 figli. E ha un sito bello, accogliente, che invita alla lettura e infine all’acquisto.

              La storia del mio test è funzionale proprio a quello che dice dopo Elena: togliersi i pregiudizi e essere propositivi. Oggi abbiamo parlato di sex toys, domani potremmo parlare ad esempio di psicoterapia, che è un altro settore fortemente incompreso.

              Difficilmente mi arrocco, ma il tuo commento ha fatto riflettere molto, sia me che la redazione e ci ha fatto capire quanto invece sia NECESSARIO che su C+B si parli anche di sessualità: non so quante ore lavori tu, quanto contribuisci al budget famigliare con il tuo lavoro, ma ti posso dire che da quando io, con il mio lavoro indipendente, porto a casa il 50% dello stipendio in famiglia, beh, la mia vita sessuale ha subito un certo stallo. E sono abbastanza sicura che sia così anche per tante colleghe imprenditrici che lavorano 60 ore alla settimana e che anche quando vanno a letto pensano ai conti e non tanto al piacere.

              Non solo questo post ci sta nella linea editoriale di C+B, ma è il primo di una serie che ci porterà a parlare con una sessuologa e con donne che fanno porno per donne. Anche quelli sono lavori in proprio creativi, sai, mica solo uncinetto e copywriting.

              Quindi grazie, perché la tua critica è stata davvero costruttiva, ora abbiamo i titoli di almeno 3 post!

              Buon lavoro

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    • Mi stupisce questo commento di Paola: Paola, ti definisci lettrice affezionata e quindi immagino che un po’ tu abbia imparato a conoscerci, tutte noi e Francesca in particolare. Sai con che spirito affrontiamo le fatiche femminili e con quale spirito cerchiamo di dire “si può fare” in mille modi diversi che possono comprendere benissimo anche la decisione del fare dell’eros, dell’autoerotismo anzi, un’attività florida. Perché basso livello? Perché si parla di vibratori o perché C+B s’è pagato una fettina di hosting per continuare a scrivere cose interessanti?

      A me sembra che portare l’esempio di una donna che ha deciso di inventarsi una cosa all’insegna di buon gusto, sicurezza, evoluzione nel campo dell’eros sia da elogiare: ho scritto per molto tempo di eros e sesso, conosco bene la versione del piacere femminile che viene convogliata ancora oggi in quell’ambito e sapere che c’è una donna che senza alcun timore dice “ehi ragazze, se ci piace farlo così facciamolo meglio”, non abbia nulla di riprovevole.

      Credo che Ohhh sia anche di ispirazione per chi annaspa tra ricerca della propria nicchia, posizionamento, linguaggio, stile di comunicazione, sales page e chi più ne più ne metta (quello di cui parliamo alla C+B Academy): basta farsi un giro alla scoperta di Ohhh, sul loro sito, leggendosi le loro newsletter e scavando un po’ su Facebook per scoprire quanto sia interessante dal punto di vista web marketing-comunicazione e anche per scoprire che è gestito da donne super in gambissima.

      Facciamo di questi commenti un posto dove dibattere di queste cose, questo sarebbe molto interessante secondo me.

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  2. Ciao Francesca, anch’io ti seguo da molto, ogni volta apro la vostra newsletter certa che come sempre avete beccato proprio l’argomento che mi riguarda di più (mi state seguendo forse??? :-)), ma stavolta sono d’accordo con Paola. Sono assolutamente l’ultima delle bacchettone, ma trovo questo articolo assolutamente inutile e banale proprio perchè non c’entra NULLA con quello che è C+B di solito e con gli spunti interessantissimi che ci fornite sempre. Come tante altre sono una giovane donna, imprenditrice (anzi, a dirla tutta sono proprio in fase di passaggio tra la “dipendenza” e l’imprenditoria), con lunghi studi di comunicazione alle spalle, che in voi ha ritrovato la passione per la sperimentazione lavorativa e per la comunicazione. Questo post invece, scusami, c’entra con il resto come i cavoli a merenda. Scusa anche il mio sfogo, rispetto il tuo punto di vista e sono certa che rispetterai il mio come quello di Paola e magari delle altre che oggi non si sentono in linea con C+B 🙂

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    • Cara Giada, hai voglia di aiutarci a capire perché secondo te l’articolo non c’entra nulla con C+B? Perché come puoi vedere dal mio commento qui sopra, per noi c’entra TUTTO 😉

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      • Ciao Barbara (mia musa da anni ormai ;-)), ho letto il tuo messaggio dopo aver postato il mio, ho capito sicuramente il vostro punto di vista e le motivazioni che hanno spinto Francesca a fare questo articolo, posso condividerle in parte ma continuo a percepirlo come “estraneo”… per dirti, se ci fosse stata solo la seconda parte, l’avrei “accettato” di più: storia di un’imprenditrice che è riuscita a vendere un prodotto certamente “diverso dai soliti”, ma senza scendere in dettaglio su forme, colori, utilizzo del prodotto in questione 😉 Capisco lo storytelling etc, però leggere degli esperimenti di Francesca con l’oggetto in questione non l’ho trovato necessario al racconto della storia imprenditoriale 😉 Mi rendo conto che è un terreno “scivoloso” perchè esce dalla nostra comfort zone ed è per questo che probabilmente attirerà più commenti e “discussioni” di altri post, perciò vogliate prendere il mio punto di vista per quello che è, non una critica a priori, ma appunto un punto di vista 😉

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        • Ma infatti vai tranquilla, Giada, ti ho chiesto di argomentare proprio perché vorremmo capire da dove nascono queste reazioni che non ci eravamo aspettate. In parte perché credevamo molto nelle motivazioni profonde di questo post.
          In parte perché ci auguriamo davvero che avreste commentato così anche se Elena avesse inventato un business di piccoli elettrodomestici e la prima parte del post fosse stata dedicata a parlare del bisogno di trovare un elettrodomestico che aiutasse Francesca a preparare velocemente la colazione.
          Insomma, speriamo davvero che il vostro punto di vista non nasca dal fatto che si parla di piacere femminile 😉

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          • Scusa, aggiungo. Il racconto degli esperimenti di Francesca con quello splendido dildo serviva lo scopo di descrivere un bisogno che i prodotti di Elena soddisfano. Quindi aveva un obiettivo ben preciso nella case history 🙂

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              • Ahah, MAGARI fossi “sul pezzo” in questo momento 😉
                Invece qui alla scrivania a far girare la ruota (ma oggi faccio il primo ordine su Ohhh).
                Dai, grazie dell’opportunità di chiarire.

  3. Grazie Elena, quel «mi sento pioniera» mi ha fatto voglia di fare qualcosa di pionieristico. È bello sapere che ci sono donne che mettono su business *veri*, e che riescono a farli crescere.

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  4. Trovo che abbiate centrato un argomento mica da ridere: le donne, il loro pensiero e il loro punto di vista in un settore solitamente “riservato” agli uomini. e il coraggio di buttarsi. Di informarsi, di capire perchè loro sì e noi no…dopotutto, se sono fatti per le donne, è più che ragionevole che sia una donna a idearli… e a venderli. grazie per averci offerto anche questa figura di pioniera in un mercato dove non ci si aspetterebbe di trovarla.

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  5. “Ohhh” Marano! Sei il TOP. Hai scritto un post che poche avrebbero scritto (e condiviso) e fatto quello che tante donne pensano, ma non fanno. Il sito l’avevo già visto, i titolari sono della mia zona, più o meno. Idea originale la loro e molto “fuori dagli schemi”. Mi piace.

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  6. Appena ho aperto il post ammetto di essere rimasta spiazzata per un secondo. Che ci fa la Marano con un dildo in mano? Sono proprio su C+B?
    Ma leggendolo non ho potuto non apprezzarlo. Ci sta tutto il post sponsorizzato e ci sta tutto l’argomento, anche se mai toccato finora su questo blog.
    Interessanti anche i commenti. Nonostante la tanto sbandierata emancipazione femminile, la sessualità è ancora un argomento profondamente tabù: e le donne non si marturbano! NoNoNo!
    È molto più cool parlare dell’ultima sbronza o farsi selfie con una birra in mano che con un vibratore. Perchè la famosa parità in realtà manca soprattutto nella testa di noi donne.

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  7. Ciao a tutte, io sono quella che sta coordinando la strategia di comunicazione di Ohhh, e quindi anche quella che ha istigato Francesca a imbarcarsi in questo post.

    Per riprendere ciò che ha scritto Ljuba nel commento sopra, quando Elena ed Enrico, la coppia che ha creato Ohhh, mi hanno contattata, anch’io sono rimasta spiazzata per un attimo all’idea di lavorare su un progetto di questo tipo. Poi, quando mi hanno spiegato il loro approccio, ho cambiato idea anzi mi sono resa conto di quanto c’era da dire, e di quanto siamo condizionati/e e impacciati/e più di quanto crediamo.

    Leggo con molta attenzione i vostri commenti, non ho voglia di rispondere in modo superficiale ma mi servono tutti 🙂

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  8. il dibattito è molto interessante e gli spunti utili li ha spiegati benissimo Barbara, as usual. Sul taglio, secondo me è puro Marano-style, quello a cui ci ha abituate! Ossia personale, buffo, testato con mano (ehm) e raccontato senza filtri. Insomma, se l’avesse scritto in modo diverso non sarebbe stato un suo pezzo. Allora sì che avrei pensato a una cosa forzata, invece qui c’è tutta la sua spontaneità (avercene, quando si parla di sessualità femminile). Marano grazie di esserti sacrificata per noi.

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  9. Vi seguo (spesso) ma sono una di quelle (brutte) persone che non commenta mai.
    Perchè succede di solito che se “si è soddisfatti” è più difficile commentare che “se si è infastiditi”, e questo post rischia di avere una serie di commenti negativi che potrebbero anche far pensare a voi adorabile crew di C+B di aver sbagliato qualcosa.
    Per questo oggi trovo opportuno commentare: voglio esprimervi il mio supporto e la mia soddisfazione.

    Bel post, bel tema, ben trattato.
    Si sarebbe potuto scrivere un post infinitamente più lungo soffermandosi maggiormente sullo studio del branding super ricercato di Ohhh (a partire dallo stesso nome!!), sul target di nicchia che sono riusciti a raggiungere, sulla comunicazione che hanno, sul riuscire ad essere eleganti, su come questa donna sia pioniera e deve essere stimata a profusione. Parte delle cose le ha dette pure Fata Madrina, qui sopra.
    Perchè secondo me, invece, questa storia è *ISPIRAZIONALE*, ecco.
    (infatti, la mia reazione a fine del post è stata “di più, di più, ne voglio di più)

    Poi è tutto condito con l’anima adorabile e buffa e giocosa della Marano.
    E secondo me la gente non ha ancora capito che sì, dai, stiamo parlando di un *gioco*… perchè la state prendendo così sul serio?

    Inoltre vorrei dire, alle “affezionate fan” che però trovano questo post non in linea con il blog:
    Quando si tirano le somme riguardo alla C+B academy, si sono sempre citati gli sponsor. Molti dei quali, probabilmente, non interessano prettamente alla *carriera* di nessuna di noi. Però tutte a fare “ohhh” (ahaha) perchè sono sponsor creativi, piccoli businness con un cuore, che realizzano prodotti belli e curati e che ci fanno diventare gli occhi a cuoricino.

    Io, invece, che le cose “pucciose” le tollero poco, faccio più “ohhh” adesso 😉

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    • Grazie Giulia! Noi siamo felicissime di parlare di piccoli business che producono prodotti belli e curati. Questi sono anche divertenti e sicuri, quindi era un matrimonio che s’aveva da fare.
      Il brand di Ohhh poi è proprio bello e “giusto”, da manuale. Dimostra che la preparazione e la professionalità siano tutto per un’idea creativa: c’è il prodotto, ma ci va anche un mondo intorno che supporti il prodotto. La scelta poi di lavorare con professionisti della comunicazione che non provenivano dal settore è anche un altro insight pazzesco su come gestire la scelta dei fornitori. Insomma, ci sarà di nuovo modo di parlare di Ohhh su C+B e anche di altri aspetti legati al sesso e alle piccole imprenditrici 🙂

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  10. Rispetto tutte le sensibilità a partire di chi ha provato disagio per questo post, e invito tutti coloro che lo leggono a sondare la propria reazione: perché mi ha dato fastidio il post? Perché mi ha dato fastidio il commento di chi si è infastidito? Secondo me facendolo onestamente possiamo approfittare di un’ altra grande lezione di C + B: fare imprenditoria partendo da noi, dalle persone che siamo. E aiutarci ad aggiustare il tiro strada facendo.

    Poi certo, se oltre al post sponsorizzato faceste come Soulemama che i suoi sponsor ogni santa volta fanno lo sconto alle lettrici del blog, sarebbe stata proprio una gran bella cosa. Mi rassegno al fatto che l’ America blogger è lontana :-). Marano adesso sai cosa regalarmi per Natale.

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  11. Vorrei fare un commento sagace ma non mi viene.
    Ho letto con il sorriso e con molto interesse il post, sia per la storia di Elena che ha saputo intuire un bisogno e ne ha fatto un business, sia per l’oggetto del piacere in questione e poi perchè morivo dalla voglia di sapere come era andata a finire.
    Un mondo bello è abitato da persone che fanno del piacere a se stesse e agli altri la propria missione.
    Il piacere si raggiunge grazie a molte cose, il buon cibo, una bevuta, una dormita, un abbraccio, un post scritto bene. Poi c’è fare l’amore e poi c’è darsi piacere da sole.
    Grazie Francesca per la storia di Elena e per aver scritto con leggerezza ed eleganza di un argomento leggero e piacevole.

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    • Anna mi piace tantissimo il fatto che tu abbia scritto “di un argomento leggero e piacevole”: facciamo uscire l’autoerotismo dallo sgabuzzino e impariamo a non considerarla una cosa troppo seria, spero di essermi spiegata 🙂

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  12. L’innovazione passa anche dalla sperimentazione e non sempre, ma spesso, si passa dai bohhhh agli ohhhhh! Simpatica Francesca Marano, brava!

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    • Grazie cara. C’è tanta strada da fare: sull’innovazione, sulla sperimentazione, sull’imprenditoria femminile, ecc… Sono contenta che C+B contribuisca al dialogo e all’emancipazione <3

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  13. Ma soprattutto: un minuto di silenzio per i due dildo lasciati in macchina, ora fusi in uno.
    [eh sì, ancora tanta strada da fare. Io vi batto il cinque, e batto un mega cinque all’imprenditrice di cui raccontate la storia]

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    • Sììììì, i dildo fusi in un abbraccio sono un’immagine tremenda 🙁 Sai cosa Susanna, è anche una questione di età e non voglio fare la vecchia zia: a 30 anni sarei stata molto meno incline a scrivere un pezzo così, vittima dei miei pregiudizi. Oggi sono contenta di sapere che ci sono delle imprenditrici come Elena che si prendono cura delle donne. Ed è per questo che il matrimonio Ohhh&C+B mi piace, perché anche noi puntiamo alla felicità e soddisfazione delle nostre lettrici. Lo facciamo con rubriche tecniche, ma anche di vita, come il benessere, l’oroscopo, ecc… quindi stay tuned, la rubrica “Meno Seo Più Sesso” partirà nel 2016 🙂

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  14. Sapete, io capisco molto bene la posizione ci chi si è sentito imbarazzato dal post. Sono cresciuta con l’idea che di certe cose non si deve proprio parlare e, possibilmente, non le si dovrebbe nemmeno pensare. L’alternativa per me, da ora in poi, sarà: passare la parte restante della mia vita a farmi psicanalizzare o iscrivermi alla newsletter di Ohhh. Indovinate che cosa farò? È proprio l’idea che l’emancipazione passi ANCHE MOLTO attraverso il parlare di sesso, che tante non accettano. Perché il retro pensiero è che sia una cosa che non sta bene in bocca a una donna. Come le parolacce, la sigaretta. Non mi sento immune da certi pensieri: il recinto mentale in cui spesso ci si fa rinchiudere è qualcosa che crea una certa sicurezza. Uscirne destabilizza. La Marano destabilizza. E io vorrei tanto essere la Marano, almeno per 10 minuti nella mia vita. Giuro.

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    • Tu mi fai sempre commuovere amica bella 🙂 Comunque anche io voglio essere Annamaria per 10 minuti (ma al giorno, mica nella vita!): organizziamoci <3

      Penso che Ohhh si meriti davvero tutto il nostro supporto: più un'attività imprenditoriale viene affrontata con lo spirito di Elena, più tutte, ma proprio tutte, le donne ne vedranno i frutti, anche indirettamente.

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    • Annamaria, ovviamente, sei riuscita a mettere per iscritto quello che frullava nella mia testa dopo aver letto i commenti negativi scaturiti da questo post.
      Ci abituano che non dobbiamo sederci con le gambe aperte, che non dobbiamo dare fastidio più di tanto, che comunque se fossimo nate di sesso maschile sarebbe stato tutto diverso. Vuoi o non vuoi questo ci si inculca in testa e non è facile uscire fuori da questi schemi, secondo me molto passa anche dalla sfera sessuale dove noi donne se esponiamo troppo si vien subito etichettate con epiteti poco piacevoli e non c’è una via di mezzo o sei bacchettona o sei t****.
      Questi schemi mentali poi si riflettono un po’ in tutti gli aspetti della nostra vita rendendoci sempre più o meno insicure a mio parere.

      Non sono ancora a brava a mettere in ordine i miei pensieri, ma spero si capisca 🙂
      Io credo che la rubrica menoseopiùsesso sia un’ottima idea per tutte!

      Grazie Marano <3

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  15. Standing ovation.
    Per Francesca Marano che ha scritto questo pezzo come solo lei poteva fare, armando con leggerezza e naturalezza di un aspetto della vita quotidiana che dovrebbe essere considerato normale ma spesso non lo é. O comunque non se ne parla con naturalezza.
    Per Elena che ha messo su un sito di donne per le donne in un settore dominato da uomini
    Per Alessandra, perché ADORO la comunicazione di Oooh! , penso che sarebbe una perfetta case bisturi che vorrei vedere analizzata qui su C+B.

    Secondo me non solo é perfettamente in linea con quello che C+B pubblica: é il pezzo che mancava.
    D’altronde qui ho trovato sempre un approccio “olistico”, che comprendesse tutto quello che vuol dire essere donna, in proprio, che vuole diventarlo, o tutt’e tre le cose insieme. Ho trovato e scoperto cose grazie a C+B che diversamente non avrei considerato (un esempio su tutte: la curiosità per la meditazione. E chi mai ci avrebbe pensato altrimenti?)

    Grazie a tutte per aver sdoganato anche questo argomento

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    • Grazie Paola! Il senso delle rubriche “satellite”, dall’Oroscopo, al Book Club, al Benessere, è proprio quello: dare una visione completa dell’essere donna in proprio oggi in Italia. Che, grazie al cielo, non significa vivere di solo lavoro.
      Noi continueremo a portare tutte le esperienze che ci vengono in mente e che ci sembrano in linea con l’universo C+B: Ohhh è proprio un matrimonio perfetto da questo punto di vista <3

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  16. Gran bell’articolo; trovo che sia assolutamente in linea con gli altri…mi sembra molto interessante e fortemente d’ispirazione leggere che Elena, da un’attenta e allo stesso tempo ironica analisi del mercato, abbia trovato una carenza e una debolezza, e di qui sia partita per avviare la sua impresa.

    Non conoscevo questa linea e sono stata più volte delusa da oggetti dagli scarsi materiali, dubbia provenienza e bassa efficienza… Non posso che dirvi GRAZIE anche per la nuova scoperta che – godendo del coupon di C+B – sicuramente testerò!

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  17. Onestamente: adoravo il team di C+B prima, adesso credo che potrei iniziare a venerarlo! Scherzi a parte, non trovo nulla che non sia di C+B in questo post, ovvero la forza potentissima di uscire dalle nostre calde comfort zone e buttarci! Siamo donne, e non so se sia un caso (penso di no però) che l’articolo sia uscito dopo la giornata del 25 novembre, una giornata in cui si è parlato di violenza stereotipata, spesso in maniera banale e con una totale retorica, dimenticandoci che spesso sono le stesse donne che sanno usare su di esse una violenza psicologica tremenda fatta di confronti estenuanti, di obiettivi che nulla hanno a che fare con la soddisfazione dei propri bisogni e di una totale mancanza di assertività. Conoscevo il sito e mi è piaciuto un sacco leggere la storia di Elena, la storia di un’idea che è diventata realtà con competenza e professionalità.
    Insomma brave brave brave!
    P.s. Marano (mia glitter preferita) quando vuoi parlare di un altro argomento spinoso e tabù come la psicologia sono pronta 😀

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    • Sì, parliamone, penso che i grandi tabù delle donne siano sesso e soldi: entrambi potrebbero essere risolti anche con la psicoterapia, che è un’altra cosa che si fa ma non si dice.
      Come dice Gioia “Ieri contro la violenza, oggi a favore del piacere ‪#‎femministasì‬ tutto l’anno”.
      Basciiiii

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  18. Oggi una mia amica che vi legge sempre mi ha detto”Inzia a guardare questo sito,vedrai che ti darà un sacco di spunti interessanti”
    Mi scrive pochi miuti fa su fb per avvisarmi che l’articolo di apertura era quello su un sexy shop on-line,che vorrei aprire fra poco.
    Quindi sono rimasta sorpresa e compiaciuta che questa mia prima volta su c+b abbia toccato un argomento che mi interessa così tanto.
    Chi ritiene poco consono questo argomento,mi spiace dire che è perchè non è ancora pronto ad affrontarlo,visto che ormai la vendita di oggestistica erotica richiede professionalità e competenza.Sono andata a vedere il sito Ohhh e tutto quello che vende è assolutamente di prima qualità,e,anche se sembrerà strano,non è così facile come sembra aprire un sito di giocattoli erotici senza scendere nella volgarità.
    Quindi grazie di questa accoglienza ,la prendo come un regalo di benvenuto.
    Cordiali saluti e buon lavoro a tutte.
    Antonia

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    • Che meraviglia 🙂 Siamo felicissime di sapere che la scena sexy italiana si sta pian piano popolando di iniziative di donne per le donne. Noi vi celebreremo sempre, come imprenditrici, come innovatrici e come dispensatrici di spensieratezza senza ftalati!

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  19. Ciao ragazze, anche io sono una che vi segue e mai commenta… disgraziata! ma questa volta ammetto che la simpatia, la leggerezza e allo stesso tempo la serietà con cui avete affrontato la presentazione di una imprenditrice nel settore del piacere, è stato fantastico! secondo me è proprio il modo con cui le donne dovrebbero sempre affrontare un terreno che per molti è un tabù. Senza vergogna, ma riservate e in modo scherzoso ma serio. Brave! e Brava anche Elena che ha un sito che rispecchia proprio tutto questo, e davvero a guardare i prodotti ho sorriso perché sembrano degli oggetti d’arredo di gusto scandinavo 😀 😀

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    • Cioè, io lo dico, quando ho aperto il pacco mica avevo tanto capito cosa andava dove 🙂
      Grazie Michela per essere passata a dire la tua. E non ti crucciare, stare dietro a tutto è impossibile, siamo contente di sapere che ci segui e ti ringraziamo per aver commentato!

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  20. Ora ho capito il discorso sui regali di Natale 🙂 Che dire? Quando si dice passione per il proprio lavoro: sacrificio e abnegazione, brava la Franci Marano! 😀 ahahahah Ora però aspetto di leggere il post sulla psicoterapia, che mi pare più tabù di un dildo 😉

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    • Eh, sai, quando c’è da sacrificarsi per il bene delle donne io ci sono. Perché non ce ne parli un po’ tu di psicoterapia? La porta è sempre aperta per te, cara Susanna 🙂

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      • 🙂 e’ una proposta? Avrei preferito testare sextoys in nome della psicologia e della scienza, ma possiamo pure tentare di raccontare cos’è la psicoterapia e perché può diventare un utile strumento di sviluppo e crescita personale. Oltre che intervenire quando c’è un disagio emotivo o relazionale. Insomma ho capito: ci risentiamo 😉

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  21. Ciao Francesca!

    Dopo tanti mesi vedo questa discussione sul tuo blog e imparo molte cose.

    Soprattutto perché anche sul mio blog ho parlato di sex toys e le reazioni sono state molto differenti.
    Cioè molte condivisioni su FB e molte page views, ma nessunissimo commento. Chiaro quindi che l’argomento interessa, ma parlarne imbarazza.
    Qui se ne parla perché hai un’utenza molto cerebrale e professional e infatti i commenti non sono tanto sul sesso quanto sul metodo, lo storytelling etc.

    Interessante.

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    • Interessante davvero, anche a me ha stupito positivamente il numero di commenti che da un lato celebrano la femminilità, ma dall’altro anche il modello di business.
      Una cosa è chiara: dobbiamo parlarne di più tutte e farci passare l’imbarazzo insieme 🙂

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