Da qualche tempo a questa parte mi trovo a parlare spesso di blog, dell’opportunità di aprirne uno e dei benefici che una freelance può trarre da questa forma di promozione. Nonostante io non sia una blogger di professione (ed è anche da vedere se in Italia ci sono persone che vivono solo ed esclusivamente di blog) sicuramente devo molto della mia carriera alla scrittura.
Cominciamo subito col dire che no, non esistono formule sicuramente riproducibili con lo stesso successo ottenuto da altri: non basta fare tutto quello che ha fatto una blogger affermata per diventare tu stessa una blogger di successo. Cosa vuol dire poi essere una blogger di successo? Vivere di markette? Essere invitata alle degustazioni? Fare migliaia di euro in pubblicità? Sono cose ben diverse, ma hanno alcune cose in comune: l’impegno e la costanza.
Dalla recente sessione di “Chiedi all’esperta” che ho tenuto sulla pagina Facebook di C+B sono venute fuori alcune domande ricorrenti, alle quali ho cercato di rispondere e che riassumo qui per tua comodità.
Differenza sito/blog
Non ho capito la domanda fino a che non ho lavorato con una cliente che aveva un sito con Pagine Gialle e un blog su Blogger: in realtà sia WordPress (nella versione .com e .org), che Blogger, che le altre piattaforme di blogging possono gestire diversi tipi di contenuti che possiamo semplificare così:
- pagine statiche (non vuol dire che non cambiano i contenuti, ma la loro posizione all’interno del sito, cioè non sono dipendenti dalla variabile tempo) in cui mettere le informazioni di servizio: chi sei, cosa fai, quanto costi, come contattarti, ecc… Questa parte potremmo definirla il sito;
- articoli dinamici legati alla variabile tempo: quando viene inserito un nuovo articolo, quello precedente va indietro di un gradino per far posto al contenuto più recente. Questa è la parte che identifichiamo come il blog.
Entrambi i contenuti stanno sotto lo stesso dominio, non c’è bisogno di fare strani magheggi e anzi, cerchiamo di tenere le persone all’interno del nostro microcosmo. Questo vuol dire che se desideri fare vendita online e non vuoi appoggiarti a un marketplace, meglio scegliere fin da subito una piattaforma che ti permetta anche di fare uno shop.
La piattaforma
Meglio Blogger? WordPress? Squarespace? Altro ancora?
Prima ancora di scegliere una piattaforma sarebbe bene chiedersi cosa ci vogliamo fare, quali sono i nostri obiettivi, che tipi di articoli compongono il nostro calendario editoriale (abbiamo un calendario editoriale?), quanto tempo vogliamo dedicare a imparare a usare la piattaforma, tra tre anni dove pensiamo di essere con il nostro lavoro e molto altro ancora. Più cose ci chiariamo all’inizio e più sarà facile scegliere la piattaforma e, soprattutto, essere costanti con la scrittura.
Sono stata per lungo tempo una telebana di WordPress.org, la versione self-hosted (vuol dire che hai bisogno di uno spazio in cui installare questo programma) di WordPress, ma negli ultimi mesi mi sono ricreduta; se non vuoi spendere tempo a fare manutenzione o non vuoi pagare qualcuno che si occupi del tuo sito (e anche questo, se sei una professionista, mi lascia un po’ perplessa, ne ho già scritto qui) scegli senza dubbio WordPress.com: in pochi minuti avrai un sito con una serie predefinita di funzionalità che bastano e avanzano se è la prima volta che crei un sito tuo con blog. Non è la versione sfigata di suo fratello .org ma una cosa proprio diversa. Se poi capisci che hai bisogno di altre cose, passare da .com a .org è facile e indolore.
Quanto scrivere? Quando scrivere?
È una questione che divide le genti quasi come Pc contro Mac, Android contro iPhone: quanto deve essere lungo un articolo? Ogni quanto devo pubblicare? A mio avviso non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma ti invito ad analizzare la situazione con realismo:
- Quanto sei abituata a scrivere? È molto più complicato scrivere un post di 500 parole fatto bene, che sbrodolare per 2.000 parole intorno ad un tema, in modo svogliato e sgrammaticato.
- Quanto tempo hai da dedicare al blog? La preparazione di un post può portarsi via parecchie ore: tieni conto di scrittura, editing, reperimento immagini, formattazione, SEO, ecc…
- Sei una persona costante? Meglio due post al mese ma sempre che non periodi di abbondanza (uno o due post alla settimana), seguiti dal deserto dei Tartari.
- A che punto sei della tua carriera? Se sei una professionista affermata probabilmente puoi prendertela con calma e scrivere un post quando ti viene. Se devi ancora trovare il tuo ritmo e il tuo seguito dovrai scrivere con una certa assiduità, ma vedi il punto 3 per capire se è fattibile.
- Una cosa però ho capito: non scrivere mai meno di 300 parole, Google neanche si accorge che esisti (cattivone!).
Cosa ci scrivo?
Contenuti originali, scritti bene, sui quali hai fatto ricerca accurata e soprattutto utili per i tuoi lettori.
Se decidi di raccontare un aneddoto che ti coinvolge in prima persona (e va benissimo!), chi ti legge deve trovare un punto di aggancio con la propria realtà per poi riconoscersi in te e nei tuoi valori tanto da decidere di tirare fuori dei soldi per comprare i tuoi prodotto o servizi.
L’ispirazione è davvero ovunque, tieni un taccuino digitale o di carta con le idee per i post che ti vengono in mente, salva post di altri per proporre il tuo punto di vista sullo stesso tema, cerca l’ispirazione ovunque.
Come fare ad avere più follower e a far conoscere il proprio blog?
Prima di tutto preoccupati dei contenuti: se non scrivi cose originali e utili per i tuoi lettori potrai anche mettere centomila euro di AdWords in giro e nessuno ti filerà. Brutale? Forse un pochetto. Veritiero? Molto 🙂
Ma poi perché vuoi avere più follower? Qual è l’obiettivo della crescita delle readership? Se mi dici che hai bisogno di un tot di visualizzazioni per essere appetibile per le campagne delle aziende allora sì, hai bisogno dei numeri. Anche se vendi prodotti digitali (e-books, e-corsi), è importante avere tante visite. Se invece usi il blog come strumento per promuovere il tuo lavoro, bastano poche centinaia di persone che ti seguono, ma che ti seguono davvero: sono persone che trovano sul tuo sito le risposte ai propri dubbi e che capiscono che se hanno bisogno di un aiuto extra ti possono assoldare come consulente o per acquistare i tuoi prodotti.
Comunque condividere sui social aiuta e anche andare in giro a fare networking “dal vero”, ma attenzione a non concentrarti solo sui tuoi colleghi, quelli che contano sono i tuoi potenziali clienti.
Quanto tempo ci va a vedere i risultati?
Quali risultati?
- Economici? Di quale volume d’affari stiamo parlando? Conti della serva alla mano: per una campagna RPM (revenue per thousand impression), magari ti pagano 1,5 euro. Quindi 1.000 visualizzazioni = 1,5 euro, questo significa che le 60.000 visualizzazioni di C+B potrebbero rendere ben 90 euro, lordi ovviamente.
- Di popolarità? Cosa vuol dire essere popolare? Tra chi? Non confondere la gloria di essere riconosciuta e seguita dai tuoi colleghi con il fatturato. Conta il secondo.
- Di traffico? Torna alla domanda precedente 🙂
In tutti e tre i casi comunque ci vanno anni “a farsi un nome” e ormai lo avrai capito, farsi un nome non vuol dire automaticamente portare a casa la pagnotta con il proprio lavoro, né con il proprio blog.
Questo significa che se non sei partita nel 2008 non andrai da nessuna parte? Assolutamente no, se no tutti quelli che hanno fatto quadri dopo Leonardo Da Vinci non sarebbero sopravvissuti, significa semplicemente (mi ripeto, lo so, è l’età!):
- Chiederti perché vuoi scrivere un blog: quali sono gli obiettivi, anche commerciali e quando potrai dire di averli raggiunti;
- Darti una strategia, una linea editoriale e un calendario editoriale;
- Avere tanta, tanta costanza;
- Essere pronta a studiare e impegnarti in modo molto serio e sul medio-lungo termine.
Allora, ti sei convinta o vuoi scappare a gambe levate? Raccontamelo nei commenti!
Ripeti, ripetili all’infinito questi concetti, che non è mai abbastanza!
Ne faccio tesoro e, anche se li predico anch’io, li rileggo molto volentieri.
Oltre al solito “Marano santa subito” vorrei aggiungere un grazie. Perché con poche righe e in maniera semplice hai riassunto quello che da mesi cerco di dire ai ragazzi del master per cui lavoro. Quello che tu scrivi per il blog è in buona parte applicabile a qualsiasi progetto che preveda uno sforzo creativo, inteso come la creazione di un contenuto, scritto o meno che sia. Motivo per cui domani aprirò la lezione di orientamento e tutoraggio con il tuo post. Detto ciò, negli ultimi tempi sto ripensando al mio blog, a come farlo crescere e ai miei obiettivi. Re-inizio studiando (soprattutto per il passaggio a WordPress) e facendo tesoro di questo post che in un momento di crisi personale (e di scrittura) cade a fagiolo. Ancora Grazie!
Concordo completamente. Soprattutto bisogna avere le idee chiare su cosa si vuole, io per esempio dopo 6 anni di blog e tante soddisfazioni e delusioni ho capito che ne valeva la pena per la decina di persone che ho conosciuto in quegli anni e per tutte quelle che ho conosciuto solo virtualmente ma ho sentito vicine lo stesso. Dopo più di 2 anni di silenzio sono partita con un nuovo blog con lo stesso obiettivo, conoscere e ritrovare persone con cui sentirmi in sintonia e condividere con loro la mia vita. Questa volta, a differenza dell’altro blog, anche il mio lavoro. So che poche persone davvero interessate valgono molto ma molto di più dei grandi numeri nelle statistiche d’accesso.
Ciao Francesca, io ti seguo e vi seguo qui su c+b perchè anche per me che già ho un lavoro e per giunta (vipregononguardatemimale) è fisso,ecco l’ho detto, molti dei consigli e dritte che date servono per organizzarmi nel mio piccolo. Ammiro e apprezzo leggere di donne che ce la fanno solo con le proprie forze e tanta caparbietà.
Mi ha sfiorato,nel corso degli anni, l’idea di scrivere su un blog e raccontare delle mie passioni e anche delle mie opinioni,ma ovviamente senza scopi se non solo quello di vedere se ci poteva essere qualcuno che mi avrebbe seguito e ritengo che quello che hai scritto sia sacrosanto,chissamai che tu non mi veda trasformata in una blogger…
Per il momento sto a leggere affascinata quello che scrivete voi.Siete grandi!!!
Un abbraccio!!!